Guida all'attacco Mover-Blocker

Una Motion Offense basata sui blocchi lontano dalla palla.
Guida all'attacco Mover-Blocker

L’attacco Mover-Blocker è una motion offense ideata e messa a punto dal leggendario Dick Bennet negli anni 70 e ripresa da suo figlio Tony a Virginia, college con il quale si è laureato campione NCAA 2019.

Rientra nella categoria 3 out 2 in Motion Offense in quanto usa due bloccanti (i "Blockers") interni per muovere tre taglianti (i "Movers") esterni (#1). In alcuni contesti può assumere i contorni di una continuità offensiva e viene chiamato "Wheel Offense".

Si tratta di un sistema di gioco predicato su un intensivo uso di blocchi e tagli “off the ball” in cui gli interpreti (bloccato e bloccante) sono chiamati a leggere la difesa e agire negli spazi che si creano. Inoltre ha il vantaggio di impiegare in simultanea collaborazioni su lato forte e lato debole, permettendo di tenere costantemente sotto assedio la difesa. È un impianto offensivo che permette di giocare per la stella della squadra, ma allo stesso tempo capace di trasformarsi nell’attacco delle pari opportunità in grado di creare gioco per tutti e cinque i giocatori in campo.

Nell’attacco Mover-Blocker i giocatori sono categorizzati in base a ruoli ben definiti che rispecchiano alcune competenze principali:

- I Blockers hanno la responsabilità di bloccare, interagiscono tra il post basso e il post alto e non cambiano lato: bloccano, giocano spalle a canestro e si buttano a rimbalzo offensivo ed operano principalmente dentro l'area dei tre punti (#2).

- I Movers hanno il compito di creare gioco correndo sui blocchi da un lato all’altro della metà campo offensiva, rispettando costantemente l’allineamento lato-punta-lato (#3): sono giocatori in grado di maneggiare il pallone e tirare in uscita blocchi.

Il Mover-Blocker offense può svilupparsi sulla base di 4 possibili assetti definiti in base alle caratteristiche dai movers e dei blockers e sono:

  • Lane-Lane set
  • Wide-Wide set
  • Lane-Wide set
  • Top-Bottom set

Lane-Lane set

In questo assetto i blockers possono muoversi, rimanendo sempre sullo stesso lato, dal post basso al post alto nei pressi dell’area colorata (#4) per dare profondità interna ai blocchi per i movers che hanno ampi spazi in cui muoversi. È l’assetto tipico di squadre dotate di due lunghi prettamente interni ed esterni abili nelle uscite dai blocchi.

Wide-Wide set

I blockers hanno più mobilità pur non potendo incrociarsi o cambiare lato: la loro zona di competenza non è più circoscritta a costeggiare il pitturato ma hanno un’area più ampia in cui piazzare i blocchi per i movers (#5). È l’assetto tipico di squadre dotate di lunghi mobili ed esterni dinamici nell’1c1 da vantaggio acquisito.

Lane-Wide set

È l’assetto che combina i due sopra citati. Uno dei due blockers si muove tra il post basso e il post alto seguendo il concept lane-lane, l’altro blockers, si muove in spazi più ampi seguendo il concept wide-wide. È l’assetto più diffuso e quello che permette la varietà maggiore di soluzioni per squadre che hanno lunghi complementari dalla doppia dimensione interna/perimetrale ed esterni multifunzionali (#6).

Top-Bottom set (#7)

In questo assetto i due blockers hanno libertà di incrociarsi e/o cambiare lato, ma uno di loro ha facoltà di muoversi sopra la linea del tiro libero (top). l’altro sotto la linea del tiro libero (bottom). È l’assetto preferito di squadre che vogliono giocare principalmente con e per i lunghi dalle caratteristiche opposte (#7).

Esecuzione

La Mover-Blocker Motion Offense non prevede movimenti rigidi e prestabiliti ma da ampia libertà di manovra ai giocatori - come ogni motion offense fondata sui principi di “Read & React” - purchè vengano rispettate le regole di spacing e di timing descritte in precedenza. La punta è lo spazio adibito a smistare il pallone verso uno due lati, che sono il punto nevralgico nel quale i movers sono messi nelle condizioni di attaccare il canestro. I blockers si allineano in diagonale, uno in post basso, l'altro in post alto.

Le collaborazioni offensive che possono essere strutturate sono pressoché infinite. Semplificando, possiamo concentrarci su quelle più usate, che prevedono blocchi a scendere, blocchi di contenimento e blocchi in allontanamento su entrambi i lati del campo, in simultanea.

Ecco un paio di esempi di possibili sviluppi dell'azione inseriti in una continuità offensiva: 1 passa a 2, 3 sfrutta il blocco a scendere di 5 mentre 1 sfrutta il blocco in allontanamento di 4 (#8). Con palla a 3, questi si accentra e si ripete il movimento "circolare" (#9). Se la palla finisce al giocatore che ha sfruttato il blocco in allontanamento (1 nel diagramma), la continuità si ripete sul lato forte, con 3 che taglia sulla linea di fondo sfruttando il blocco a scendere di 4, 2 che prende il flare di 5 (#10).

 

Letture e Opzioni

Ci sono varie entrate e allineamenti iniziali per innescare i meccanismi della motion offense, che in ogni caso portano l’attacco a generare un flusso di gioco continuo in cui, da lettura o chiamata possono generarsi situazioni di pick & roll, handoff e handback, screen e rescreen, blocchi al bloccante a molto altro.

Da questo punto di vista, il lavoro svolto da allenatori di tutto il mondo (con particolare plauso a Terry Stotts, allenatore dei Portland Trail Blazers) ha arricchito la motion offense di ottimi spunti declinati in svariate forme.

La partenza standard prevede 1 in punta, 2 sotto canestro, 3 in angolo, 5 post basso lato forte, 4 post alto lato debole (#11). È possibile prevedere un'allineamento iniziale 1-4 o "Horns" da cui iniziare con un blocco a scendere in spazi larghi oppure zipper (#12) per entrare nell'attacco, così come una classica partenza da doppia uscita (#13).

Come abbiamo visto l'attacco si innesca con un blocco a scendere sul lato forte (#14) e un blocco flare sul lato debole (#15) che offrono due linee di passaggio entro cui iniziare a operare.

Questa spaziatura iniziale offre ai giocatori ogni lettura possibile dei blocchi lontano dalla palla, come ad esempio la possibilità di ricciolare a canestro o sfruttare in allontanamento (#16 e 17).

Letture da pindown

Ogni giocatore che riceve in uscita dai blocchi ha il tiro come prima opzione e qualora non si verifichino le condizioni per far fuoco, la priorità diventa attaccare il canestro sul centro o sul fondo, restando all'interno dei principi del gioco (#18 e 19).

In ogni caso il compito del bloccante è sempre di aprire il blocco per offrire una ricezione profonda e vantaggiosa spalle a canestro. Con palla che arriva in post basso (#20), il mover - 2 nel diagramma - che deve tagliare sulla linea di fondo prende tempo per non comprimare le spaziature mentre 4 e 1 collaborano con il flare.

Con palla a 3 è inoltre possibile entrare in situazione di pick & roll laterale o centrale (#21 e 22).

Letture da flare

Anche sul blocco flare, la priorità è procurarsi spazio per il tiro. Il flare può essere sfruttato dal giocatore in punta che passa la palla, oppure dal giocatore che ha sfruttato il primo pindown, il quale gioca un consegnato alto per continuare a correre sul blocco in allontanamento (#23). Su ricezione 2 ha a disposizione un quarto di campo libero per l'1c1 sul fondo (#24).

Anche in questo frangente, è possibile giocare per mandare palla in post basso nelle stesse modalità descritte dopo sopra (#25). Se 2 ha sfruttato il flare ricciolando a canestro per rubare, oppure non è riuscito a ricevere in allontanamento, è possibile proseguire la collaborazione con un riblocco di 4 (#26), stavolta a scendere, mentre sul lato divenuto debole, 5 blocca cieco per 3 sulla linea di fondo e riconfigurare la continuità offensiva sull'altro lato.

Anche in questo caso con palla a 3 è possibile entrare in sitauzione di pick & roll laterale o centrale (#27 e 28).

Qualora nessuno tra 3 e 2 riesca a smarcarsi sui blocchi, 1 può spostarsi su un lato e ricominciare l'attacco, oppure chiamare il post alto per giocare un pick & centrale (#29).

All'interno dell'attacco Mover-Blocker è inoltre possibile configurare giochi a chiamata incentrati, che esulano dalla regole di Motion Offense, come ad esempio la situazione di blocco al bloccante del diagramma 30: dopo il flare, 3 anzichè sfruttare il pindown, diventa il bloccante del blocco orizzontale per 5, poi sfrutta il blocco verticale a scendere di 4.

Conclusione

Come ogni Motion Offense che si rispetti è un attacco difficile da scoutizzare per le difese avversarie, essendo basato sulle letture si può sviluppare in mille modi diversi. Inoltre offre ai giocatori un “pattern” entro cui collaborare di concetto con responsabilità e compiti ben precisi. Il rovescio della medaglia è che si tratta di un attacco difficile da imparare e richiede tempo per essere maneggiato nelle sue molteplici sfumature e letture. Essendo un attacco che etichetta i giocatori in movers e blockers, difetta di flessibilità.
 

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.