Principi e concetti per la costruzione di un sistema difensivo
Creare l'identità difensiva di un gruppo Under 16.In questo articolo esponiamo i nostri principi, regole e collaborazioni difensive semplici che stanno dietro la costruzione di un sistema difensivo di un gruppo Under 16.
Partiamo dai postulati che definiscono i pilastri su cui poggia la nostra filosofia difensiva:
- Massima responsabilità individuale. Tenere il proprio 1c1, su palla e lontano da essa, per limitare la necessità di aiuti difensivi.
- Difendere insieme. Si difende SEMPRE in 5, il comportamento di un singolo difensore si ripercuote a cascata su tutta la squadra.
- Comunicare sempre. Sviluppare un nostro “gergo” per comunicare in modo tempestivo, continuo, preciso e chiaro.
- Attaccare l’attaccante con palla. Prendere iniziativa sull’attaccante senza farsi battere.
- No centro. Indirizzare penetrazioni e tagli verso i lati.
- Contestare ogni tiro. Non permettere che l’attacco prenda tiri aperti.
E’ su questi postulati che sviluppiamo quelle che sono le nostre regole difensive, la base su cui costruiamo la nostra difesa.
Marcature volanti: quando cambia il possesso da attacco a difesa da palla viva o da canestro fatto, vogliamo accoppiarci al giocatore più vicino. Siamo disposti ad accettare mismatch e marcature scomode in questo frangente perchè la priorità è fermare velocemente la palla e alzare il più possibile la difesa. Solo su palla morta - rimesse con palla che viene consegnata dall’arbitro - ci accoppiamo secondo marcature prestabilite.
Tenere almeno 3 palleggi: chi marca la palla deve contenere almeno tre palleggi per dare ai compagni la possibilità di posizionarsi per eventuali aiuti e rotazioni.
Non farsi tagliare davanti: “saltare alla palla” sui passaggi, bodycheck a rompere i tagli da lato debole, in generale forzare l’attacco ad allontanarsi dal canestro e controllarne i movimenti.
Non saltare alle finte: aiuti o recuperi difensivi per contestare (braccia alte) ma con i piedi a terra. Se siamo in volo non possiamo reagire a partenze, passi e tiri o saltare alla palla.
Muoversi “mentre”: adeguare il posizionamento difensivo su palla, lato debole e lato forte "mentre palla vola".
Palleggio chiuso: indurre l'attaccante a fermare il palleggio, urlare "CHIUSO" e pressare. Al segnale, ogni difensore marca faccia a faccia il proprio attaccante in anticipo chiuso, senza distinzioni di lato debole e lato forte.
Tagliafuori e rimbalzo: la fase difensiva non finisce fino a che non recuperiamo il possesso del pallone e nella maggior parte dei casi, questo avviene con un rimbalzo. Quando parte il tiro la nostra priorità deve essere l'attaccante più vicino da tagliar fuori, poi la palla.
Transizione difensiva
Vogliamo togliere all’attacco la possibilità di far avanzare troppo velocemente la palla.
Di norma in attacco vogliamo avere sempre almeno un paio di giocatori sopra la linea del tiro libero a fare equilibrio difensivo. Il loro compito, nelle fase di conversione attacco/difesa, è raggiungere in pochi passi la metà campo difensiva per non farsi sorprendere dalle ripartenze avversarie e non farsi scavalcare dalla palla. Le priorità in questa situazione è proteggere il canestro, poi occuparsi della palla.
Per i difensori che non sono deputati a fare equilibrio difensivo le priorità si invertono: prima si ferma la palla, poi si protegge il canestro. Quello più vicino al portatore di palla ha il compito di recuperare la posizione davanti a essa, fermarla e contenerla per chiudere vantaggi tutto campo, anche a costo di spendere un fallo. Gli altri giocatori devono sprintare per tornare rapidamente sotto la linea della palla e accoppiarsi.
Posizionamento
Abbiamo già chiarito che vogliamo essere aggressivi, pressare la palla, costringere l’attaccante a proteggersi, non farci battere facilmente e non concedere il centro, pertanto istruiamo il difensore sulla palla a stare a muro, con il naso sulla palla tra l’uomo e il canestro e la mano interna attiva a sconsigliare facili cambi di mano verso il centro (frame 1).
A un passaggio di distanza in spazi larghi siamo in guardia semi-aperta, senza mai dare le spalle all’attaccante, un passo sotto la linea di passaggio, un paio di passi verso la palla. Più lo spazio tra la palla e l’attaccante si riduce, più chiudiamo la guardia per anticipare la linea di passaggio, con il corpo a protezione del canestro (frame 2). Il post basso, se su lato forte, lo difendiamo 3/4 da sopra, con l’idea di spingere l’attaccante fuori allineamento e verso il fondo con le gambe, tenendo la posizione con l’avambraccio.
Lato debole vogliamo “fare area” (almeno un piede dentro l’area dei tre secondi) in guardia aperta, aprendo un cono visivo che ci permetta di avere in visione uomo e palla, pronti a intervenire in caso di rotazione difensiva o per recuperare sul proprio uomo (frame 3).
Aiuti e rotazioni
In caso di penetrazioni, che noi forziamo verso il fondo, i difensori su lato forte “stanno a casa”, la loro priorità è restare con il proprio attaccante (frame 4). Non vogliamo aprire vantaggi con passaggi in avanzamento o tagli backdoor non controllati. I difensori lato forte si limitano a fare finte di aiuto (“mordi e fuggi” nel nostro gergo).
Gli aiuti arrivano dal lato debole. Se il difensore sulla palla riesce a recuperare la posizione, i difensori lato debole fanno aiuto e recupero sul proprio uomo (frame 5), in caso di compagno battuto la prima rotazione è responsabilità del giocatore lato debole più vicino alla linea di fondo che chiama il cambio difensivo (frame 6).
Gli altri difensori scalano dal fondo e da sopra (in futuro servirà a non rimanere intrappolati nei blocchi di contenimento), agendo come “portieri tra i pali”: l’obiettivo è quello di permettere a un difensore di marcare contemporaneamente due attaccanti, quindi comportarsi come un portiere di calcio che ha come primo palo l’attaccante su cui deve ruotare, e come secondo palo il suo attaccante di riferimento (frame 7). In caso di aiuto e rotazione, quella finale la chiude il giocatore che è stato inizialmente battuto (frame 8).
Stesso discorso con palla in post: no centro, indirizziamo verso il fondo, gli aiuti e le eventuali rotazioni arrivano da lato debole e dal fondo (frame 9).
Se perdiamo una penetrazione sul centro siamo in una situazione di emergenza, dove i margini di errore sono risicati, ma ci comportiamo sempre secondo le regole: lato forte adegua velocemente la posizione per fare area, gli aiuti arrivano sempre dal lato debole e dal fondo. Il difensore lato debole più vicino alla palla si comporta come se fosse un difensore di lato forte facendo un "mordi e fuggi" più pronunciato sulla palla per creare incertezza (frame 10).
Sui tagli a canestro i concetti espressi rimangono gli stessi: aiuto e recupero da lato debole se il compagno che “subisce” il taglio non viene battuto, aiuto e rotazione se il compagno viene battuto. L’obiettivo è “ributtare indietro” ogni taglio a canestro (frame 11).
Ogni closeout difensivo deve essere fatto con l’intento di contestare il tiro senza perdere il centro, quindi alleniamo i difensori a uscire "sulle mani" e sull’anca interna dell’attaccante che riceve (frame 12). Vogliamo rimandare sul fondo ogni penetrazione.
Conclusione
Il nostro obiettivo è sviluppare un'identità difensiva che permetta ai giocatori in campo di sapere cosa fare, quando fare e come fare in una situazione di gioco. Sulla base di tale identità nel proseguo del percorso giovanile, strutturiamo anche collaborazioni complesse basate sui blocchi, con e senza palla. Nel corso della stagione alleniamo nel dettaglio ogni situazione illustrata in questo articolo con esercizi mirati e progressioni didattiche dall'1c1 fino al 5c5.
Postato da David Breschi
Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.