La progettazione per competenze

Studio, relazione e responsabilità, tra scienza e pensieri, dell’Istruttore Minibasket
La progettazione per competenze

Cosa faccio? Cosa alleno? Chi sono i miei bambini? Stanno imparando?

Domande che chiunque abbia a che fare con l’insegnamento si pone quotidianamente; coscienti che non si può improvvisare ci troviamo a scegliere cosa fare in palestra, a programmare ogni singola unità di allenamento.

La domanda che prima bisogna porsi però è: Ma qual è il senso della programmazione? Perché programmare? Come programmare?”

Non si può programmare senza avere bene in testa il protagonista nella sua totalità: il Bambino, non una persona in miniatura, con tutti i suoi processi di crescita riferiti a diversi ambiti; e non si può non avere RESPONSABILITÀ e CONSAPEVOLEZZA se si ha per obiettivo dare al bambino la possibilità di sviluppare pre-requisiti per costruire le basi di un ATLETA, ma soprattutto di una PERSONA.

una buona programmazione delle nostre attività deve determinare riscontri positivi, sui processi di apprendimento di (tutti) i nostri bambini… Il Minibasket è dei bambini per i bambini.
(F.Bagni, Staff Nazionale Minibasket FIP)

Qualunque sia il viaggio che il bambino dovrà affrontare dentro e fuori dal campo, crescerà e diventerà una persona, ciò è inconfutabile, sarà LUI il protagonista assoluto di questo viaggio.

Il bambino però si sente protagonista? Questo è il compito dell’istruttore che diventa strumento di questo percorso formativo. Il nostro lavoro dunque ha un valore educativo, valore che va riconosciuto, elemento fondante della programmazione, problema di coscienza personale!

Il nuovo modello integrato della Federazione Italiana Pallacanestro ha l’obiettivo di crescere giocatori AUTONOMI, RESPONSABILI e COLLABORATIVI

Dunque la programmazione non può ridursi alla nostra attenzione sul singolo allenamento, ma abbiamo il dovere di stilare un percorso formativo in funzione delle competenze che vanno acquisite. 

Programmare significa esaltare la creatività organizzandone i prodotti, razionalizzare ogni attività fisica e mentale indirizzandola ad un obiettivo intuito e definito, dare a ciascuno il proprio spazio e una responsabilità chiara e assegnata con cura; solo gli improvvisatori incauti o gli sprovveduti possono considerarla un limite.
(A. Capobianco, Responsabile Nazionale CNA-FIP)

Prima di andare avanti dobbiamo soffermarci su alcune definizioni:

  • ALLENARE = dare Forza;
  • AUTONOMO = che si dà da sé norme di comportamento;
  • CONSAPEVOLE = che prende coscienza di sé stesso e degli altri;
  • RESPONSABILE = che risponde delle proprie azioni e dei propri comportamenti, spiegandone le motivazioni e subendone le conseguenze;
  • COMPETENTE = essere in grado di far fronte a situazioni complesse, mobilitando e fondendo in maniera pertinente una grande quantità di risorse personali, sociali oltre che a risorse del tipo tecnico – specialistiche. (Le Boterf, G., 1990, De la compétence)

 

L'istruttore deve osservare, valutare e inquadrare il bambino per programmare efficacemente. Il modello metodologico Minibasket individua questo viaggio in riferimento a dei “quadri” individuabili nel processo di apprendimento:

  • PRIME CONOSCENZE (pre-requisiti);
  • CONOSCENZE (i primi elementi del gioco);
  • ABILITÀ (in relazione al gioco);
  • COMPETENZE (in funzione del gioco).

Mi piace pensare che questo viaggio si possa considerare necessario anche per l’istruttore. Indispensabile formarsi per formare e garantire il progetto di crescita dei bambini.

Dunque l’istruttore deve:

  • SAPERE: studio e valutazione incessante delle varie componenti biologiche, cognitive e metodologiche;
  • SAPER FARE: saper essere in grado di relazionarsi con i bambini, veicolare la loro crescita, essere un leader nell’accezione del termine che implica essere una GUIDA;
  • SAPER FAR FARE: scegliere con qualità ed essere responsabili di tutti gli aspetti del percorso formativo.

Allora dobbiamo definire quali sono gli ambiti di riferimento e i traguardi di competenza su cui costruire la nostra programmazione.

MOTORIO-FUNZIONALE

I nostri bambini si muovono e apprendono muovendosi, dovranno utilizzare conoscenze e abilità apprese in funzione del gioco. Dagli studi sull’apprendimento motorio in età evolutiva (Scammon, Fleck-Kramer) si evince la necessità di intervenire precocemente sull’apprendimento e consolidamento degli SCHEMI MOTORI DI BASE (Correre, Saltare, Lanciare, Afferrare) e delle CAPACITÀ SENSO-PERCETTIVE (Sistema Visivo, Uditivo, Tattile, Vestibolare, Propriocettivo) . Inoltre grazie alla definizione delle fasi sensibili (Martin) possiamo sviluppare in senso verticale questi PRE-REQUISITI per l’apprendimento delle CAPACITÀ MOTORIE o COORDINATIVE (Controllo Motorio, Adattamento e Trasformazione, Anticipazione e Scelta, Combinazione Motoria, Orientamento Spazio-Temporale) altamente allenabili in questa fase dello sviluppo del bambino (Meinel e Schnabel).

L’indicazione principale del lavoro dovrebbe essere la MULTILATERALITÀ delle proposte motorie, come presupposto iniziale e fondamento delle abilità motorie specifiche del gioco.

NEURO-COGNITIVO

Il Pensiero precede e accompagna l’azione
(J. Weineck “L’allenamento Ottimale”)

I nostri bambini recepiscono, immagazzinano informazioni e anche questo è altamente allenabile in questa fase. Lo sviluppo cognitivo è un fattore necessario all’apprendimento motorio e all’educazione delle Life Skills. L’Organizzazione mondiale della Sanità afferma che variamente combinate tra loro, le FUNZIONI COGNITIVE (Attenzione, Memoria, Percezione, Dimensione Spazio-Temporale) e le FUNZIONI ESECUTIVE (Pianificazione, Decisione, Inibizione, Regolazione) contribuiscono a determinare l’intelligenza di ogni singolo individuo. Il compito di ogni bravo istruttore è la regolazione della proposta in funzione dei propri bambini creando un ambiente educativo e formativo.

ogni bambino più o meno dotato, in un ambiente favorevole, può avere la possibilità e l’opportunità di esprimere il proprio potenziale cognitivo e intellettivo.
(J. Piaget)

L’integrazione delle diverse funzioni cognitive ed esecutive è fondamentale per la comprensione delle situazioni di gioco, dà forza all’autonomia del bambino sviluppando il pensiero divergente, definito come la capacità di produrre una vasta gamma di possibili soluzioni per un dato problema e scegliendo in maniera autonoma quest’ultime (J.P. Guilford “Review of general Psychology”).

SOCIO-RELAZIONALE

I nostri bambini si trovano continuamente in ambienti in cui devono relazionarsi e soprattutto provano emozioni che influenzano la loro attività cognitiva. Questo non può essere un fattore da sottovalutare per il loro apprendimento.

La competenza emotiva è la capacità di auto motivarsi, gestire le emozioni, auto rinforzarsi, comunicare in modo efficace, perseguire obiettivi e riorganizzare il pensiero (D. Goleman “Intelligenza Emotiva”

L’istruttore ha il compito, seguendo la metodologia più adatta, di curare con grande attenzione le emozioni del bambino che sono inizialmente la fonte di apprendimento che il gioco pone. L’utilizzo di giochi aperti che mettano in condizione il bambino di risolvere il compito motorio-cognitivo e l’utilizzo corretto dei rinforzi sviluppano una componente fondamentale, l’AUTOSTIMA, salvaguardando l’unicità del bambino.

Dunque l’istruttore deve avere agire con un atteggiamento PRO-SOCIALE agendo con EMPATIA e DISPONIBILITÀ verso il nostro protagonista!

La coscienza de sentimenti favorisce l’effetto delle emozioni e quindi dei processi mentali.
(A.R. Damaso “Emozione e coscienza”)

TECNICO

In quest’ottica di integrazione bisogna dare la dovuta importanza ai riferimenti del gioco, i fondamentali: PALLEGGIO, PASSAGGIO, TIRO e DIFESA si fanno strumento dell’apprendimento motorio, cognitivo e sociale del bambino, per allenare le capacità motorie in funzione del gioco. I fondamentali sono il riferimento significativo e reale che si integra nel raggiungimento dei traguardi di competenza.

Per arrivare a traguardi di competenza l’istruttore non può cadere in paradossi, non può essere un fattore limitante, non può mettere davanti la prestazione alla formazione, non basta essere in palestra ogni giorno. 

La vita dell’istruttore è fatta di studio, fatica, passione, problemi, domande, dubbi e RESPONSABILITÀ

Utilizziamo il nostro TEMPO per migliorarci e formarci giorno dopo giorno e diamoci l’OPPORTUNITÀ di essere i migliori leader educativi per i nostri bambini.

Ad un nuovo istruttore consiglierei di innamorarsi del suo ruolo. Insegnare è amore per quello che si fa, se non ti innamori lascia perdere. 
(M.Cremonini, Responsabile Nazionale Minibasket FIP)
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Postato da Claudio D'Errico

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Istruttore Nazionale. Docente e Formatore Minibasket FIP regione Lazio.
Responsabile Settore Minibasket e Scuola Anzio Basket Club.
Laureando in Scienze Motorie e Sportive.
Perdutamente innamorato dei Bambini e della Pallacanestro