Gli Pseudo-Blocchi

Cosa sono e perchè sono così efficaci: alla scoperta del Blur Screen e affini.
Gli Pseudo-Blocchi

Gli pseudo-blocchi sono molto semplicemente “dei blocchi… senza blocchi”, stratagemmi utili a disorientare le difese, pronte e preparate a difendere su tagli e blocchi anche complessi ma probabilmente non attrezzate (e/o abituate) a reagire tempestivamente a livello di comunicazione e competenze individuali su questa particolare via di mezzo.

Come è possibile fare un blocco senza il blocco? Il “bloccante” interseca la strada del “bloccato” con un taglio senza cercare il contatto ma eventualmente subendone uno dal difensore ostacolato dal movimento.

Gli pseudo-blocchi nel gergo tecnico sono chiamati “blur screen” (blocchi sfumati) e fanno parte di questa categoria anche i "brush screen" - tagli "diritti" o a "V" a "sfiorare" il difensore i più usati sulla palla - e i "rub screen" - ovvero tagli a "C" a "strofinarsi" con l'attaccante che ricciola a canestro i più usati lontano dalla palla.

L’uso degli pseudo-blocchi sublima quindi alla perfezione l’idea di rubare tempo e spazio vantaggioso sfruttando i vantaggi di un blocco senza che questo materialmente avvenga mentre la difesa che lo subisce è costretta a ridurre al minimo i tempi di reazione per non farsi sorprendere.

Il vantaggio più grande è quello di camuffare delle azioni di blocco con dei tagli “innocenti”, non sanzionabili come falli in attacco: di fatto l’ostacolo in movimento che si para davanti al difensore non è un blocco, quindi non è sanzionabile dagli arbitri come irregolare. Inoltre lo pseudo-blocco permette di aprire i cosiddetti double e triple gaps (concept tanto cari alla Dribble Drive Motion Offense) per attaccare il canestro in spazi ampi.

Il tempismo è la chiave per riuscire nella collaborazione e far “impantanare” il difensore: compito del bloccante è tagliare in prossimità del difensore e "scappare" nella direzione opposta al bloccato, compito del bloccato è “attaccare le spalle del bloccante” con un deciso e netto cambio di velocità.

Il modo più comune e naturale di giocare uno pseudo-blocco è da situazioni di “dai e segui” o “dai e cambia”. In questo scenario lo pseudo-blocco è un movimento a “spiovere” verso il difensore che può essere inquadrata come una situazione prevista all'interno del normale svolgimento del gioco.

Come anticipato prima, sul dai e segui in genere parliamo di "brush screen" (#1) e sul dai e cambia di "rub screen" (#2).

Molti attacchi invece prevedono lo pseudo-blocco come alternativa “smart” al pick & roll. In questo caso entrano in scena i cugini del blur screen ovvero i cosiddetti “ghost screen” o “slip”, movimenti sempre più frequenti (e decodificati nei playbook degli allenatori) che non sono altro che delle semplici finte di blocco basati su cambi di direzione:

  • i “ghost screen” a uscire in uno spazio perimetrale, alla stregua di un pop (#3).
  • gli “slip” ad anticipare la rollata a canestro (#4).

In conclusione, gli pseudo-blocchi se eseguiti in modo corretto sono strumenti capaci di aprire spazi e opportunità interessanti sia per chi blocca/taglia che per chi sfrutta e sono elementi implementabili in qualsiasi attacco. A livello giovanile possono anche essere introdotti come “anteprima” dell’uso dei blocchi con e senza palla.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.