The Triple Post Offense

Guida, storia e principi dell'attacco triangolo
The Triple Post Offense

"The Triple post offense" o "Sideline Triangle", in italiano semplicemente attacco Triangolo, è senza ombra di dubbio il sistema offensivo vincente per eccellenza: un modo di interpretare il gioco o come lo definisce Phil Jackson, coach che ne ha fatto il proprio credo, "l’essenza del basket di squadra". Grazie all’attacco Triangolo i Chicago Bulls tra la stagione 1990 e 1998 misero in bacheca ben 6 titoli. In seguito i Los Angeles Lakers sempre con l’uso del triple post offense trionfarono per ben 5 volte rispettivamente negli anni 2000, 2001, 2002, 2009, 2010.

CENNI STORICI

Morice Fredrick "Tex" Winter (Wellington, 25 febbraio 1922 – Manhattan, 10 ottobre 2018), famoso in tutto il mondo per lo sviluppo ed il perfezionamento dell'attacco triangolo, frequentò la Huntington Park High School per poi laurearsi alla University of Southern California nel 1947. Qui imparò il "primitivo” Triangle offense, sistema di gioco offensivo ideato originariamente da coach Sam Barry, che utilizzava il set chiamato "gioco con il post opposto”.

Ma la storia del triangolo laterale e dei successi portati dal suo utilizzo non furono certo immediati: Winter diventò allenatore professionista con i San Diego Rockets poco prima del passaggio della franchigia a Houston. Qui iniziò ad avere i primi problemi di attuazione del sistema, in particolare con la stella Elvin Hayes. Quest’ultimo non era disposto a mettersi al servizio della squadra, fraintendendo i concetti del triangolo e convincendosi di dover rinunciare ai suoi tiri in favore dei compagni.

Anche ai Bulls il concetto di triple post offense non ebbe certamente un immediato successo: Winter arrivò come assistente di Doug Collins grazie all'intercessione del GM Jerry Krause che credeva fermamente nelle qualità del vecchio Tex e nel Triangolo (avendolo visto all’opera in quel di Kansas, dove Winter ha allenato prima di dedicarsi all'esperienza NBA). Collins inizialmente provò a fare uso del sistema, ma ben presto decise che era più sicuro per sé e per la squadra lasciare costantemente la palla in mano a Jordan relegando Winter addirittura fuori dal campo durante le sedute di allenamento a prendere appunti.

Solo Phil Jackson ebbe la forza mentale, la pazienza e la costanza di insistere sul sistema nonostante le forti resistenze di Jordan. Quest’ultimo definiva il triangolo in modo estremamente sarcastico come "gioco delle pari opportunità”. Jordan credeva che Jackson volesse cambiare il suo modo di giocare e questo a Michael non era gradito, inoltre riteneva che questo modo di giocare gli avrebbe impedito di vincere la classifica dei marcatori NBA (stagione 90/91'), cosa alla quale Jordan teneva moltissimo.

La causa di tutti i mali per MJ era proprio il triangolo ed il suo modo paritetico (offensivo) che Jackson cercava di proporre alla squadra. “Air”, che abitualmente si sfogava con l’assistente Johnny Bach, arrivò ad affermare pubblicamente che se avesse avuto PJ come coach nell’anno da rookie non sarebbe mai diventato un giocatore tra i più forti. L’amore tra Jackson, Jordan ed il triangolo non sbocciò a prima vista, per usare un eufemismo.

Jackson diventò capo allenatore dopo il licenziamento di Doug Collins e mise l’attacco dei Bulls in mano a Tex Winter. Quest’ultimo durante gli allenamenti lavorava costantemente sui fondamentali, sulle collaborazioni, sull’uso dei piedi perni etc... alla ricerca di quella perfezione ed imprevedibilità data dal gioco libero.

Anche a Los Angeles non fu semplice per i giocatori arrivare a comprendere i principi del triangolo. Se Shaquille O'Neal nel ruolo di post si trovava sicuramente più dentro il gioco di altri, giocatori come Glen Rice o un All Star come Kobe Bryant - che prediligeva la corsa e le soluzioni individuali (un pò come MJ ai Bulls) - fecero maggiore fatica ad adeguarsi. Insomma la storia del Triangolo laterale è stata controversa ma ha portato a tantissimi successi ed a un modo di giocare unico, con il concetto chiaro di squadra e un sistema vincente come mai nessun altro nella storia del gioco. Per tutto questo, gli amanti di questo meraviglioso sport non possono che ringraziare il suo ideatore.

DEFINIZIONE DEL SISTEMA "THE TRIPLE POST OFFENSE”

Per attacco triangolo si definisce un sistema che ha l’obiettivo di giocare in movimento (uomini e palla) mediante la costruzione iniziale di un triangolo su un lato del campo e di un gioco a due sul lato opposto. Il triangolo non è uno schema ma un metodo di gioco. In Italia per anni alcune squadre, tra le quali Siena, ne hanno utilizzato alcuni principi fini a se stessi alla ricerca di immediati vantaggi. In realtà il triple post offense è qualcosa di più, un sistema che offre alla squadra la possibilità di giocare in modo altruista e creativo.

Tutti i giocatori però devono mettersi al servizio dei compagni, avendo pazienza, in quanto il raggiungimento degli obiettivi non è semplice ne tantomeno immediato. Giampiero Ticchi quando allenava Rimini utilizzò il triangolo laterale come metodo di gioco inteso nel modo più letterale del termine, ottenendo successi di team e personali come il premio di allenatore dell’anno nella stagione 2006-2007 di Legadue.

L’assioma da cui si parte è che non conta il sistema ma l’esecuzione dello stesso, l’utilizzo e la conoscenza dei fondamentali che devono essere raffinati. Quanto più il gioco è libero (fluidità, gioco senza interruzioni) ed imprevedibile tanto più la qualità dei giocatori deve essere elevata. Il sistema prevede una serie di opzioni che vanno dal semplice al complesso.

PRINCIPI DI UN BUON ATTACCO STABILITI DA TEX WINTER

1) PENETRARE LA DIFESA. la possibilità di penetrare offre più varietà di soluzioni. Creare tiri ad alta percentuale: definire quale sia un buon tiro per ciascun giocatore. Gioco interno.

2) SPAZIO: I GIOCATORI DEVONO MANTENERE SUL CAMPO LA GIUSTA DISTANZA TRA LORO. Circa 5-6 METRI, (4 nelle High School) con l’intento di creare spazi operativi per giocare e per liberare alcune aree sul campo. La corretta spaziatura dei giocatori sul campo terrà occupata la difesa sia sulla palla sia lontano da essa e, dovendo fare troppa strada, preverrà anche eventuali aiuti e/o raddoppi. Per spazio si intende anche considerare la distanza dalle linee del campo laterali e di fondo. Più si scende nella proposta tecnica minore sarà la distanza tra i giocatori, perchè lo strumento forza e coordinazione deve permettere di rimanere in collaborazione.

3) CREARE MOVIMENTO DELLA PALLA E DEI GIOCATORI CON UNO SCOPO PRECISO. L’80% del tempo in cui un giocatore sta in campo lo passa senza palla, per questo il gioco senza palla diventa fondamentale. Avere sempre in visione i 4 compagni avendo la possibilità di alimentare 4 passaggi.

5) GARANTIRE UNA FORTE COPERTURA A RIMBALZO ED UN BUON BILANCIAMENTO DIFENSIVO. In inglese si definisce come second chance points.

6) "TUTTI DAPPERTUTTO”. La possibilità per ogni giocatore di ricoprire tutte le posizioni in campo.

7) SFRUTTARE AL MEGLIO LE ABILITÀ DI OGNI SINGOLO GIOCATORE. Che dovrà a sua volta coinvolgere gli altri, sapendo che non è possibile calpestare il sistema attraverso cui il talento viene espresso (Michael Jordan ad esempio).

I 7 ELEMENTI CHE INDIVIDUANO UN PASSAGGIO DI QUALITA’

1) LA DISTANZA TRA IL PASSATORE ED IL DIFENSORE DEVE ESSERE MINIMA, non più di un metro o meno di un metro. Con una distanza ridotta, anche ammettendo che intuisca le intenzioni del passatore, il difensore avrà meno tempo per reagire all’azione dell’attaccante. (Diagramma 1)

2) ELIMINARE I MOVIMENTI INUTILI nel tenere e nel passare la palla. Evitare qualsiasi passaggio inutile, movimenti secchi e rapidi eliminando vizi e non necessità tecniche.

3) VEDERE IL GIOCATORE RICEVENTE, SENZA PERÒ GUARDARLO direttamente, visione periferica.

4) USARE LE FINTE SOLO CON SCOPI BEN PRECISI E NON ABUSARNE, non fintare tanto per fare ma con lo scopo di creare una situazione chiara.

5) PASSARE LONTANO DALLA DIFESA, regola poco rispettata anche dai giocatori più esperti; IL PALLEGGIO SERVE PER CREARE UNA LINEA CERTA DI PASSAGGIO SUL LATO LASCIATO LIBERO DAL DIFENSORE.

6) PASSARE LA PALLA, NON ACCAREZZARLA, l’abilità di effettuare un passaggio rapido ad un compagno smarcato è determinante.

7) PREVEDERE QUANDO SI POTRÀ RICEVERE LA PALLA E SVILUPPARE UN BUON INTUITO PER INDIVIDUARE IN ANTICIPO LE MIGLIORE ZONE DEL CAMPO IN CUI SUCCESSIVAMENTE PASSARE, i migliori giocatori di basket hanno tale istinto.

“LINE OF TRUE” E “MOMENT OF TRUE”

Si parla di line of true o linea della verità quando la distanza tra attaccante e difensore diventa un metro o meno di un metro. Quando scatta la line of true si entra automaticamente nel momento della verità, ovvero tutti i giocatori senza palla si devono trovare nelle condizioni di poter ricevere (moment of true), diagramma 1.

Coach Winter sottolinea anche l’importanza dei perni nella ricezione, nel diagramma 2 potete notare come in un movimento di smarcamento bump and jump (contatto ed uscita) si possano utilizzare ben 2 piedi perni diversi a lato in base al comportamento difensivo ed al successivo passaggio da eseguire (perni a chiudere o perni ad aprire).

diagramma 1

diagramma 2

Fondamentale sarà la distanza del difensore (line of true) in quanto è più semplice passare la palla per l’attaccante con il difensore vicino. Se prendiamo ad esempio il famoso esercizio X-O-X, se il difensore mantenesse una posizione intermedia rispetto ai due attaccanti sarebbe estremamente più difficile per i due passarsi la palla. Al contrario contro un difensore aggressivo le letture sono più chiare (diagramma 3).

diagramma 3

SCHIERAMENTO DEL TRIANGOLO LATERALE

Lo schieramento del triangolo parte da una disposizione 2-3 con due guardie, due ali ed un post alto (diagramma 4). Ma il reale schieramento è quello riportate nel diagramma 5, un triangolo su un lato del campo ed un gioco a due sul lato opposto. L’obiettivo sarà quello di togliere gli aiuti mentre la palla si sposta velocemente dal lato forte al lato debole.

Chiameremo il playmaker (G1) guardia 1, le ali (W2 – W1) ala di lato debole (quando sale al gomito Pinch post) ed ala di lato forte, il giocatore posizionato in punta fuori dai tre punti (G2) Top of the key, per comodità TOP, ed il post basso ovviamente post (P).

diagramma 4

diagramma 5

LINE OF DEPLOYMENT

Per Line of deployment si intende il concetto di allineamento tra la palla, il post ed il canestro. Quest’ultimo è un elemento determinante per mettere in difficoltà il difensore del post basso negandogli un anticipo semplice, diagramma 6.

diagramma 6

FORMAZIONE DEL TRIANGOLO

Andiamo a vedere alcune delle possibilità con le quali è possibile costruire il triangolo ricordando che tutti i giocatori possono giocare in tutte le posizioni, per questo questo motivo è un sistema validissimo anche nel settore giovanile dove abbiamo una multidimensionalità delle proposte. In ambito senior saranno le chiamate a decidere chi giocherà e dove.

Una piccola curiosità è che Tex Winter amava utilizzare le parole per identificare le situazioni e non i numeri o i simboli, questo perchè riteneva più semplice per i giocatori comprendere velocemente la chiamata.

diagramma 7

Taglio playmaker interno

diagramma 8

taglio playmaker esterno (possibilità di rubare con handoff, soluzione utilizzata ad esempio da Biella quano era allenata da Federico Danna nei primi anni 2000.

diagramma 9

Taglio playmaker usando il corpo del pivot, utilizzato per passare la palla in angolo.

diagramma 10

ingresso in palleggio, in caso di anticipo forte su W1.

diagramma 11

G2 in angolo.

diagramma 12

G2 in angolo tramite blocco cieco di W2.

diagramma 13

Rotazione con W2 in angolo e G2 in Pinch Post.

diagramma 14

Rotazione di P in angolo, W2 in Pinch Post

diagramma 15

P in angolo e G2 in post.

diagramma 16

P in angolo e G1 in post.

diagramma 17

G2 in angolo passando accanto a P.

PASSAGGI DI INGRESSO E RELATIVE OPZIONI

Prima di andare ad osservare insieme i comportamenti che seguono a seconda del passaggio di ingresso è necessario precisare le priorità che vengono assegnate da Tex Winter ai vari passaggi, priorità che il giocatore deve aver ben presente e che elenchiamo di seguito:

  • Passaggio al post basso
  • Passaggio al Top
  • Passaggio al flash
  • Passaggio all’angolo

Proprio seguendo questo schema partiamo dall’analisi della situazione che prevede il passaggio di ingresso al post basso.

PALLA AL POST BASSO

Dopo aver lavorato secondo il concetto ormai consolidato di line of deployment, la palla è entrata nello spot di post basso, a questo punto il passatore e G1 che si trova in angolo tagliano per cercare di ricevere (importante sarà lavorare sui fondamentali del giocatore interno che dovrà essere capace di utilizzare i drop pass per favorire la ricezione sui tagli).

G2 prima di proseguire il taglio corre a bloccare il Top e prosegue la sua corsa che termina con un successivo blocco in favore di W2. Quest’ultimo riceve il blocco dopo aver bloccato G1 che nel frattempo ha proseguito il suo taglio fino alla posizione di ala (principio di screen the screener), diagramma 18.

diagramma 18

PALLA AL TOP

Il secondo passaggio in termini di priorità sarà il Top. G2 sulla ricezione avrà la possibilità di passare di tocco per W2 che sale in pich post con l’obiettivo di cambiare rapidamente lato alla palla.

G2 potrà inoltre giocare una situazione di high/low con il post se quest’ultimo è riuscito a "congelare” il proprio uomo a centro area (diagramma 19). Quando W2 riceve avrà la possibilità immediata di attaccare 1c1 sia con giro frontale che con un giro dorsale (diagramma 20). Appena passata la palla G2 corre verso l’ala per cercare di rubare un canestro tramite un rapido consegnato, quest’ultimo a volte prevede uno scambio talmente rapido tra i due attaccanti in cui risulta fondamentale l’utilizzo dei flip-pass (passaggi da effettuare in tempi e spazi ristretti), diagramma 21.

Mentre W2 riceve, P e W1 preparano due blocchi, una "gabbia” per favorire l’uscita di G1. Quest’ultimo può tagliare usando il corpo del pivot (il giocatore di post basso può continuare a giocare con i piedi rivolti alla palla e "bloccare con il sedere”), così facendo in caso di taglio lungo la linea di fondo da parte di G1 e relativo aiuto del difensore del post basso si creerebbe l’opportunità per l’attaccante interno di ricevere (diagramma 23-24).

Se G1 sale e non ha la possibilità di uscire per un tiro prosegue la sua corsa verso W2 generando una situazione di dribble hand off. All’interno di questa collaborazione, prendendo ad esempio una scelta contenitiva da parte della difesa, l’attacco potrà reagire con un pick and pop, con uno scarico verso a G2 che sale o scende a seconda del posizionamento difensivo (dal diagramma 25 al 28) oltre al palleggio arresto e tiro di G1.

diagramma 19

diagramma 20

diagramma 21

diagramma 22

diagramma 23

diagramma 24

diagramma 25

diagramma 26

diagramma 27

diagramma 28

PALLA AL FLASH

Il giocatore W2 è colui che alimenta il passaggio flash, ovvero ha la possibilità di salire al gomito per tirare, giocare con P oppure proseguire il gioco con la "gabbia” per G1 con successivo consegnato (diagrammi 29-30).

diagramma 29

diagramma 30

BREVE NOTA: Se la difesa decide di togliere sia il passaggio in top che quello al flash avremo la possibilità di effettuare un blocco cieco con relative letture in base al comportamento difensivo (diagramma 31).

diagramma 31

PALLA IN ANGOLO

Con la palla in angolo avremo un flash al gomito del giocatore di post che crea per un attimo la possibilità di ricezione in dai e vai del passatore. La collaborazione prosegue con P che porta un blocco in ala per il giocatore in angolo che risale in palleggio (diagrammi 32-34).

diagramma 32

diagramma 33

diagramma 34

POSSIBILI VARIANTI DEL TRIANGOLO

"FLOPPY ACTION’’

diagramma 35

diagramma 35 b

"UCLA CUT’’

diagramma 36

Grazie al sistema sarà possibile attaccare la zona, giocare i PNR, le uscite o eseguire le rimesse. Qui riporto due esempi, un’azione di floppy ed un ingresso UCLA, non a caso il libro del maestro Tex Winter ha sezioni diverse che partono dalle collaborazioni agli adattamenti.

CONCLUSIONI

Ci sarebbe ancora un’infinità di cose da scrivere in merito al sistema offensivo inventato da Tex Winter, tanti, troppi diagrammi da disegnare, perchè l’attacco triangolo ha in sé infinite possibilità. Potremo definire questo modo di approcciarsi al gioco l’essenza dello stesso, quello che vorremo dal nostro sport, libertà, collaborazione, gioco di squadra, un sentimento di comunità che unisce l’uomo alla pallacanestro e viceversa, l’espressione di sé nel noi.

THANK YOU COACH WINTER.

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Postato da Gabriele Pardini

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Allenatore Nazionale, Istruttore Nazionale Minibasket, FIBA Coach e componente del CNA regionale Toscana.
Esperienza come responsabile di settore giovanile e Minibasket.
In categorie Senior capo allenatore dalla serie C SILVER e GOLD fino alla serie B.