Idee difensive sul pick and roll centrale

La scelta di fare "show" sui pick and roll centrali.
Idee difensive sul pick and roll centrale

Per rispettare le mille sfaccettature relative alla difesa sul pick and roll non basterebbe un libro intero, prendendo spunto da uno degli ultimi post proposti da Basketball minds, “Virginia Cavaliers – Regole di Motion offense su Pick & Roll centrale”, vorrei proporre una nostra idea difensiva, ben consapevole che la categoria, le caratteristiche degli attori in campo e il momento del gioco sono spesso predominanti nelle scelte.

Una delle premesse è la scelta di fare “show” sui Pick centrali, gestiti dal playmaker avversario con uno dei due lunghi. Scelta derivata da motivi pratici (non sempre è conveniente fare un cambio difensivo play/pivot) ma soprattutto dal voler prendere iniziativa difensiva, andando ad aumentare l’aggressività sulla palla e sulle linee di passaggio, e andando, perché no, a decidere cosa concedere o meno all’attacco avversario.

Altra considerazione è che, come mostrato nelle clip dei Virginia Cavaliers, l’attacco avversario voglia liberare l’area dal secondo lungo e, con l’uso delle sponde, appoggiare la palla sotto al rollante. Uno schieramento molto calzante per queste situazioni è il pick centrale eseguito dal playmaker in situazioni derivanti da una classica transizione, con il primo rimorchio in post basso e il secondo rimorchio, pronto a ribaltare la palla e a bloccare centralmente (#1)

Quindi al momento della scelta difensiva - lo show in questo caso - l’attacco reagisce mandando il rollante in taglio verso il canestro e attivando le sponde, compreso il primo rimorchio che sale oltre l’arco, pronto all’appoggio sotto (#2-3).

E qui si innescano tutte le nostre regole e principi difensivi del caso, a partire dallo show, che per semplificare molto le cose, descriverei come un raddoppio che dura per uno scivolamento o due da parte del nostro lungo, con un angolo di uscita che va ad intersecare idealmente l’angolo della metà campo alle spalle del playmaker avversario, con l’idea di respingere indietro il palleggiatore, e tutte le altre regole dei raddoppi, soprattutto con il playmaker che continua a pressare la palla e il pivot con la mano esterna sulla palla, per evitare passaggi diretti.

La scelta successiva è decidere con chi ruotare sul tagliante avversario: non vogliamo andare con i difensori degli esterni in angolo, per una serie di motivi, tra cui il voler anticipare le sponde, non creare subito un mismatch sottocanestro, piuttosto che lasciare tiratori liberi dietro l’arco dei 3 punti. Quindi sarà il nostro lungo, che è già in mezzo all’area perché sta seguendo il primo rimorchio che sale, a prendersi cura del rollante avversario, lungo contro lungo cercando di non farsi tagliare davanti e di non farsi schiacciare sotto.

La difesa sulla sponda in vista è molto importante e delicata: sicuramente l’esterno avversario con un quarto di campo libero, in caso di nostro difensore in ritardo, potrà trovare un tiro da tre punti o perlomeno un buon angolo di passaggio per un appoggio sotto ed è per noi fondamentale cercare di negare questo passaggio (#4)

Ovviamente parliamo di collaborazioni difensive attive, con pressione sulla palla e difensore che parte dalla corretta posizione di allineamento tra uomo e palla, non cadendo nella tentazione di schiacciarsi verso canestro e andare così in ritardo nell’anticipo. Quindi cerchiamo di costringere il palleggiatore avversario a passare la palla alla sponda in vista solo molto lontano da canestro, o in alternativa un passaggio sul lato cieco o pieno. Dove abbiamo il lungo avversario e l’esterno che si è spaziato in angolo. Per noi è sicuramente la sponda meno pericolosa, perché il nostro difensore sotto può meglio anticipare il rollante, standogli davanti.

Nella pallacanestro di qualche tempo fa, le rotazioni si potevano espletare anche con un cambio tra lunghi, cioè il difensore che aveva fatto lo show recuperava sul lungo di sponda, nessun mismatch, copertura sotto canestro garantita, pochi danni subiti alla fine, ma con l’evolversi del gioco e la trasformazione di molte ali in giocatori interni, ormai in quel ruolo c’è troppo spesso un tiratore da tre anche in grado di mettere palla a terra e attaccare il closeout difensivo, in questo caso con la mano destra.

Pertanto abbiamo scelto di ruotare sul lungo di sponda facendo salire il difensore dell’esterno in angolo, pur con la consapevolezza che se lavoriamo male ci esponiamo ad un extrapass per un tiro da 3 punti dall’angolo, per cui ruotiamo da una posizione di flottaggio e di copertura della linea di passaggio e non andando ad anticipare il passaggio ma solo ad accoppiarci con la palla. Le altre rotazioni, anche in rispetto della brevità del tratto da coprire e dei piedi già pronti nella giusta direzione, prevedono di far uscire il difensore sotto canestro in angolo e di far tornare il nostro lungo che ha fatto show sul rollante sottocanestro (#5-6).

Fondamentale il lavoro sulla sponda, cercando di tracciare con la mano esterna un eventuale passaggio in angolo, e il lavoro dei due lunghi che ruotano mentre la palla viaggia. Se l’obiettivo è raggiunto abbiamo la palla in angolo ad un esterno con un nostro lungo che effettua un closeout difensivo relativamente breve, un mismatch che non ci mette troppa paura, visto che l’esterno difficilmente può costruirsi un tiro da 3 dal palleggio e gli spazi contenuti ci aiutano a fermare una eventuale penetrazione (#7)

Nel caso invece che il palleggiatore riesca a far pervenire la palla alla sponda in vista, ci troveremmo probabilmente con un angolo di passaggio aperto e il nostro difensore dietro al rollante, le indicazioni che diamo sono di non farsi francobollare troppo in centro area e di spingere fuori l’attaccante; al momento della ricezione andiamo a raddoppiare con il nostro lungo che ha fatto show e che comunque stava rientrando, spaziandoci sul lato debole 2c3 (#8)

Riassumendo in due parole “show e rotazione a 3” ritenendo che ogni scelta difensiva che vuol prendere l’iniziativa, che vuole “attaccare in difesa”, non può esimersi da dei principi di base:

  • Pressare costantemente la palla
  • Saper giocare sulle linee di passaggio
  • Condivisione al sacrificio
  • Esaltarsi in difesa
  • Riuscire nel nostro piccolo a creare giocatori autonomi e  pensanti con conoscenza del gioco e dell’avversario

Tutte cose che permettono di rubare “spazio e tempo all’attacco” annullando i vantaggi creati, altrimenti una partita giocata solo sui diagrammi la vincerà sempre l’attacco, inesorabilmente.

Vi ringraziamo dell’attenzione per il nostro piccolo punto di vista, sperando di essere occasione di confronto.

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Postato da Gianluca Giuntoli

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Ha attraversato la pallacanestro dal minibasket alla C1 maschile passando per la serie B femminile.
Nelle ultime 5 stagioni capo allenatore Basket Calcinaia in serie D toscana.