Giocare la Motion Offense

Alla scoperta di un modo flessibile e aperto di concepire l'attacco basato su letture, principi e regole anzichè movimenti rigidi e ripetitivi.
Giocare la Motion Offense

Si sente parlare in continuazione di Motion Offense riferita alla pallacanestro giocata dai migliori allenatori al mondo e viene subito in mente un basket armonico, fatto di movimento di palla e di uomini, passaggi smarcanti e tiri aperti. Ma alla fine cos'è la Motion Offense?

La definizione ufficiale di Motion Offense riportata nei migliori libri di basket è:

strategia offensiva che usa regole e principi per aiutare i giocatori a leggere la difesa e prendere decisioni

Contrariamente alla chiusura dei giochi a chiamata o delle continuità (tipo la Flex Offense o lo Shuffle Offense) basati su movimenti prestabiliti e collaborazioni ferree, nella motion offense c’è più libertà di movimento e un'apertura verso una pallacanestro di lettura in grado di generare un flusso continuo di gioco.

In base a questa classificazione sono considerate Motion Offense la Dribble Drive Motion Offense di Vance Walberg, la Triple Post Offense di Tex Winter e la Princeton Offense di Pete Carrill per citarne alcune.

Il padre della Motion Offense è stato Henry “Hank” Iba, nella Hall of Fame del basket a Springfield dal 1969, il primo fautore di tale pratica negli anni 50 alla guida di Oklahoma State University ma chi la rese veramente celebre fu però il controverso Bobby Knight, durante la sua trentennale e leggendaria esperienza alla guida di Indiana University dal 1971 al 2000.

A Bobby Knight si deve lo sviluppo di un tipo di “3-2 Motion Offense”, un sistema di gioco che prevede 3 giocatori perimetrali e 2 giocatori interni che il “Generale” impostò su una continua e disciplinata serie di blocchi per aprire opportunità ai propri giocatori.

La 3-2 Motion Offense di Bobby Knight

I vantaggi del giocare la Motion Offense

Usare la Motion Offense significa sviluppare le capacità cognitive ed il QI cestistico dei propri giocatori che imparano a leggere il gioco e fare scelte basate sulle opportunità che si presentano dando libero sfogo alla loro creatività. Tutti e 5 i giocatori in campo sono coinvolti nel gioco e tutti possono contribuire alla riuscita dell’azione, con un movimento, un blocco, un taglio, o un passaggio che li coinvolge direttamente o scatenando una reazione nelle difesa sfruttata dai compagni.

Un sistema di gioco basato sulla Motion Offense è molto difficile da difendere perchè imprevedibile, capace di tenere sotto pressione ogni difesa (dalla più fisica alla più tattica, dalla difesa press alle varie difese a zona...) con il continuo movimento di palla e di uomini. Se la difesa chiude l'opzione principale del gioco, l’attacco può sviluppare opzioni alternative previa lettura della situazione.

Il ricorso ad un attacco di questo tipo permette ai giocatori di ampliare il proprio bagaglio tecnico, capaci quindi di giocare più posizioni e trovarsi a proprio agio in zona del campo secondo il principio dell'intercambiabilità dei ruoli, uno dei punti di forza delle Motion Offense. In un contesto di giochi rigidi e ripetitivi invece i giocatori sviluppano abilità specifiche con il rischio di mettere dei limiti alla loro crescita tecnica.

Partendo dai principi di un attacco basato su Motion Offense è inoltre possibile sviluppare sistemi di gioco più complessi o decodificare schemi assemblando elementi ripresi da altri attacchi - come sequenze di flex offense, partenze UCLA, pick & roll ecc... - per sfruttare determinate caratteristiche o mettere i proprio giocatori in situazioni speciali.

Criticità della Motion Offense

Ogni Motion Offense ha i propri principi fondanti e le proprie regole - la Dribble Drive Motion ad esempio è incentrata sull’attaccare il canestro in palleggio, mentre la Princeton Offense sul muoversi senza palla - ma il concetto di spacing è universale ad ognuno di questi attacchi ed il segreto di pulcinella per sfruttarne a pieno le potenzialità. Una squadra che si spazia male sul campo non potrà mai essere efficace a muoversi ed a muovere il pallone come una squadra che allarga il campo costringendo le difese a fare scelte ineluttabili.

Impostare un attacco basato su Motion Offense è un processo che può richiedere tempo e pazienza, specialmente a livelli o nelle fasce di età più basse perchè i giocatori devono capirne il funzionamento e apprenderne le regole. Come già detto non si tratta di imporre ai giocatori un movimento preconfezionato ma di allenare la capacità di scelta che può portare a innumerevoli scenari.

Il controllo del gioco quindi passa dalle mani dell’allenatore a quelle dei giocatori con rischi, specialmente nella fase iniziale di implementazione, annessi e connessi ma il risultato a medio/lungo termine permette di formare giocatori “pensanti”, in grado di risolvere in campo e in pochissimo tempo anche i problemi più complessi sviluppando quella che viene capacità di anticipazione: ovvero la capacità di anticipare le scelte della difesa per trarne vantaggio.

Inoltre i giocatori che giocano un attacco di Motion Offense devono avere gli strumenti tecnici per eseguire l’attacco con successo, quindi saper maneggiare il pallone ma anche essere pericolosi senza di esso, in poche parole essere giocatori completi, capaci di passare, palleggiare, tirare, tagliare e bloccare con i tempi, gli angoli le tecniche giuste. Solitamente le motion offense non funzionano a pieno regime con giocatori monodimensionali che possono minarne le potenzialità data dall'imprevedibilità di movimento.

Le Regole di Motion Offense

Le regole di motion offense servono a circoscrivere il caos di un gioco altrimenti totalmente libero e anarchico, per fornire ai giocatori gli strumenti ai quali affidarsi per organizzarsi e leggere il gioco. In base al tipo di Motion offense che viene usato, le regole possono riguardare la locazione della palla, come, dove e quando fare un blocco piuttosto che un taglio oppure un passaggio piuttosto che una penetrazione. 

Ci sono regole di motion offense universali - tipo non fermarsi muoversi dopo aver giocato la palla, mantenere le spaziature corrette, rimpiazzare gli spazi vuoti ecc... - ed altre più specifiche allo stile di gioco scelto - dai e blocca, piuttosto che dai e vai o dai e segui - in ogni caso possono essere partorite in base al credo tattico dell’allenatore o al materiale tecnico e umano che egli ha in mano.

Per fare in modo che i giocatori siano realmente liberi di esprimersi e non eseguire l’attacco come dei robot è conveniente fornire poche regole ma chiare: farle accettare e rispettare ai giocatori oltre che allenarle quotidianamente sono la chiave per la riuscita di un attacco basato su Motion Offense.

Tipi di Motion Offense

Il mondo delle Motion Offense è immenso e variegato ma fondamentalmnete si possono dividere in tre macrocategorie:

La “5 Out” Motion Offense

Prevede 5 giocatori perimetrali, nessun giocatore interno. L’area è completamente aperta alle penetrazioni ed ai tagli dei giocatori che possono occupare il post basso ma non devono sostarci per troppo tempo. Solitamente è giocata da squadre dotate di ottimi penetratori e tiratori ma senza giocatori dominanti in post basso e permette grande libertà di movimento.

I Boston Celtics di Brad Stevens ed i Milwaukee Bucks di Bud Budenholzer sono tra le squadre che utilizzano in modo massivo questo tipo di Motion Offense per dipanare il proprio gioco.

 

La “4 Out 1 In” Motion Offense

Con 4 giocatori disposti sul perimetro e un solo giocatore interno, come ad esempio la Dribble Drive Motion Offense e una declinazione della Princeton Offense. Il post (ovvero la zona di campo occupata dal giocare interno) può essere basso, quindi spalle a canestro su lato forte o debole, o alto, quindi in lunetta o nei pressi del tiro libero. Solitamente è giocata da squadre che hanno un giocatore dominante vicino a canestro oppure un lungo atletico da servire in movimento (come nel caso della Dribble Drive Motion). Nel basket moderno è il compromesso ideale per spaziature e capacità di sviluppare gioco perimetrale e interno.

La Motion Strong e Motion Weak dei San Antonio Spurs di Gregg Popovich, copiata da dozzine di squadre NBA è appunto una "4 Out 1 In", come molti attacchi basati su movimenti di Princeton Offense.

 

La “3 Out 2 In” Motion Offense

In cui sono 3 giocatori perimetrali e 2 interni, come ad esempio quella di Bobby Knight, come la Triple Post Offense nella sua interpretazione classica e come un’altra declinazione della Princeton Offense. I due post si possono essere entrambi bassi, entrambi alti o sfalsati. Solitamente è giocata da squadre che vogliono giocare in avvicinamento a canestro, per creare situazioni di alto/basso ad esempio o per muovere i tiratori in spazi larghi.

E’ un tipo di pallacanestro molto tradizionale ma sempre attuale su cui è basato ad esempio l'attacco dei Portland Trail Blazers di Terry Stotts.

 

Conclusione

La Motion Offense deve essere intesa come una “piattaforma” attraverso cui sviluppare l’attacco di una squadra, flessibile e scalabile ad ogni livello - pro e amatoriale, senior o giovanile - ed in ogni grado di complessità.

Come ogni cosa non è la ricetta vincente per il successo, ma un valido metodo per percorrerlo e raggiungerlo connettendo allenatori e giocatori e dando a tutti gli strumenti per leggere la solita pagina del libro.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.