Attaccare il closeout

Per allenare con successo la capacità di leggere ed attaccare il closeout dei giocatori, queste sono alcune linee guida da seguire.
Attaccare il closeout

La pallacanestro intesa come gioco dinamico e situazionale non può prescindere da un elemento fondamentale, quello che forse più di tutti identifica il principio di “prendere vantaggio” ovvero il concetto di attaccare il closeout difensivo.

Attaccare il closeout significa attaccare un difensore che sta recuperando una posizione difensiva di equilibrio sulla palla e quindi nel momento in cui è più vulnerabile, probabilmente sbilanciato e incline all’errore. Ogni taglio, ogni blocco ed ogni movimento in campo deve essere ponderato con l’idea di creare costantemente una situazione di closeout difensivo da riconoscere ed attaccare.

Un giocatore non sarà mai più libero e pericoloso di quando riceve il pallone e deve essere pronto a utilizzare quel piccolo vantaggio che ha sul difensore per espanderlo:

  • “On the fly” - mentre la palla arriva nelle mani - l’attaccante deve aver già fatto una serie di valutazioni spaziali e temporali di ciò che lo circonda
  • "On the catch" - su ricezione - deve essere invece in grado di fare delle scelte funzionali.

Per allenare con successo la capacità di leggere ed attaccare il closeout dei giocatori, queste sono alcune linee guida da seguire.

Non fermare il pallone

Fermare il pallone equivale a “uccidere il vantaggio”: è famosa la regola degli “0.5” di Gregg Popovich per cui un giocatore che riceve ha al massimo mezzo secondo per compiere una scelta, dopo questa frazione di secondo la difesa ha modo di recuperare. Per dire quanto è cambiato il gioco in termini di rapidità e velocità Tex Winter nello svolgimento della Triple Post Offense dava ai giocatori fino a 3 secondi di tempo per valutare le varie possibilità che si creavano.

Spingere i giocatori a massimizzare i tempi di lettura e reazione è il primo e necessario passo da fare.

Essere pronti a tirare

Essere pronti a tirare non significa necessariamente tirare, ma essere pronti di farlo consente di creare un senso di urgenza nel recupero difensivo.

Sulla ricezione, qualsiasi scelta fatta subito dopo, il giocatore deve essere pronto con piedi e mani per tirare. Quella di avere la giusta postura ed il giusto linguaggio del corpo dopo uno smarcamento, un taglio o un uscita dai blocchi è uno degli elementi più difficili da allenare: molto spesso infatti il giocatore che riceve, sia a livello giovanile che senior, ha bisogno, al netto di eventuali passaggi imprecisi, di quel secondo in più per mettere a posto i piedi e caricare il tiro perdendo il vantaggio acquisito oltre allo spazio utile a tirare senza essere ostacolato.

Essere pronti ad attaccare in penetrazione

Un giocatore che riceve ed è pronto a tirare è anche pronto a partire in palleggio, sfruttando l’incertezza che questa condizione di vantaggio così pericolosa crea nella difesa. 

E’ necessario far capire ai giocatori che penetrare e palleggiare sono due cose diverse: se il giocatore non è in equilibrio (posizione eretta, gambe scariche ecc…) o non padroneggia bene le partenze in palleggio (su quale piede appoggiare il peso del corpo, primo passo lungo, spalla bassa, cambio di velocità ecc…) il rischio è quello di sprecare il vantaggio acquisito con palleggi sul posto che non consentono di attaccare in modo efficace. In penetrazione il palleggio deve essere “produttivo” e usato per guadagnare spazio

Un giocatore in grado di leggere il closeout ed attaccarlo con la giusta partenza in palleggio diventa un giocatore immarcabile per qualsiasi difesa.

Saper passare dal palleggio

Un attaccante che punta il canestro crea quella che viene definita “gravità”: la difesa collassa verso la palla, attratta dalla pericolosità che esercita, quindi riuscire a passare - trasferendo il vantaggio acquisito ad un compagno - nei tempi e negli spazi opportuni diventa esiziale per batterla. Il giusto passaggio di uscita, non necessariamente l’assist, anche se fatto per allontanare il pallone da canestro, paradossalmente può ampliare il vantaggio iniziale. 

E’ necessario soffermarsi sul come passare il pallone: preferibilmente non in salto perchè in una fase di gioco così dinamica ed incerta, lo scenario iniziale può cambiare con il rischio di provocare un palla persa, invece passare il pallone da arresto permette di cambiare idea in relativa tranquillità e da più tempo per trovare una soluzione alternativa. Oltre al tempo (in salto è minore rispetto ad un arresto) è importante lo spazio: in spazi larghi può essere più veloce ed efficace rischiare un passaggio in salto, in spazi ristretti è più indicato fermarsi e poi passare.

Conclusioni

Considerando come si sta evolvendo il gioco, saper attaccare il closeout è diventato il requisito minimo per poter avere successo in qualsiasi contesto.

Aiutare i giocatori a ridurre i tempi di reazione, velocizzare i processi decisionali e a sviluppare le doti tecniche necessarie per essere efficaci in questa situazione sempre più ricorrente e importante è una delle responsabilità più gravose ma al tempo stesso stimolanti per un allenatore.

Filmroom: Attaccare il closeout

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.