Rientro in Palestra: Il Punto di Vista Fisico

In questa fase di timida ripartenza è cruciale, per il preparatore atletico, prevenire gli infortuni
Rientro in Palestra: Il Punto di Vista Fisico

Si inizia ad intravedere un barlume di luce dopo un periodo di buio totale. Potremmo iniziare così per introdurre l’argomento della ripartenza dello sport dilettantistico dopo un lungo periodo di stop. Il preparatore atletico è quella figura che ha il compito (uno dei tanti compiti) di mediare con l’allenatore e cercare di guidarlo in una programmazione dei carichi di lavoro adeguata durante tutta una stagione. Il compito è ancor più delicato quando è appena terminato un periodo di stop prolungato e ci si appresta a ricominciare, ciò che sta accadendo adesso con la ripartenza di allenamenti e campionati dopo il blocco dettato dalla pandemia di covid-19.

I campionati ripartiranno, alcune squadre parteciperanno altre opteranno per non farlo ma in ogni caso la maggior parte dei ragazzi tornerà ed è già tornata in palestra a correre, saltare, eseguire cambi di direzione, frenate e ripartenze, torsioni e inclinazioni…a giocare a basket. Il primo obiettivo di una buona preparazione atletica dovrebbe essere sempre quello di far sì che i giocatori possano esprimersi al meglio in sicurezza, e mai come in questo momento la priorità dovrebbe essere data alla prevenzione. Occorre partire dalla considerazione che in ambito dilettantistico pochi giocatori avranno fatto un’attività fisica di mantenimento adeguata in questo periodo di “lontananza dai campi”, quindi dovremo essere bravi a far conciliare “esigenze” prestative/agonistiche con la necessità di ridurre il rischio infortuni. Come fare?

Senza dubbio l’ideale sarebbe dedicare almeno una parte di tutte le sedute fatte in palestra al “condizionamento fisico”. Non avendo il tempo dilungato tipico di una preparazione pre-campionato estiva è necessario cercare di ritagliare una parte di ogni allenamento per lavoro di mobilità e core stability. Perché mobilità? Perché core stability?

La mobilità è una componente fondamentale del gioco, e lavorare su quella apporta enormi benefici sia in termini di preparazione ai lavori successivi sia in termini di “risveglio” per muscoli e articolazioni che sono stati troppo fermi nel periodo precedente.

Il lavoro sulla core stability è un cardine del lavoro muscolare. Più in generale è necessario cercare di inserire tutti quei movimenti allenanti che coinvolgono spalle, tronco e anche. Quando si parla di “core stability” parliamo molto di più che di semplici addominali; parliamo infatti della zona centrale del corpo, vitale collegamento tra fianchi e spalle, centro di incontro e di convivenza di strutture essenziali per il benessere dell’uomo prima ancora che dell’atleta e del giocatore.

Già dedicare ogni allenamento minuti preziosi a lavorare sulle suddette qualità rappresenterebbe un passo in avanti verso il “lavorare in maniera adeguata”.

Per ottimizzare ancora di più il poco tempo a disposizione il consiglio sarebbe quello di costruire tali esercitazioni adattandosi a quelle che sono le carenze individuali biomeccaniche e funzionali di ciascun giocatore.

Laddove esiste la figura del preparatore fisico (purtroppo in alcune realtà dilettantistiche questo non accade), occorrerebbe che almeno una seduta settimanale (o meglio due) fosse dedicata a lavorare sulla forza. Senza entrare volutamente nel dettaglio della terminologia e nella classificazione delle diverse forme di “forza”, il consiglio è quello di prevedere un momento settimanale nel quale vengano proposte esercitazioni con sovraccarichi, attrezzature per allenamento funzionale, e corpo libero, per sviluppare in primis una buona base di stabilità e sicurezza nei movimenti traducibile in “maggiore protezione” alle strutture più sollecitate e di conseguenza nel creare una predisposizione a maggior efficacia dei movimenti prestativi richiesti (cambi di direzione, salti e atterraggi, accelerazioni e decelerazioni…).

Da un punto di vista metabolico il mio parere è che sia fondamentale dopo una piccola ripartenza caratterizzata da esercitazioni a secco (tanto odiate dai giocatori) introdurre il prima possibile esercitazioni con la palla che abbiano come obiettivo quello di ricondizionare da un punto di vista cardiocircolatorio l’organismo del giocatore. È quindi basilare il rispetto della gradualità dello stimolo che viene proposto. Una buona idea potrebbe essere quella di partire con esercitazioni che puntino a lavorare su base aerobica per poi andare verso esercitazioni più specifiche caratterizzate dall’attivazione del sistema anaerobico.

Se dovessi riassumere le parole chiava intorno sulle quali la ripartenza post-lockdown dovrebbe basarsi queste sarebbero GRADUALITÀ– INDIVIDUALIZZAZIONE – SICUREZZA.

La GRADUALITÀ di una progressione di lavoro che porti l’atleta a tornare a fare il giocatore in SICUREZZA. Questo obiettivo può essere raggiunto più facilmente tramite un’INDIVIDUALIZZAZIONE degli stimoli allenanti proposti.

Piano di allenamento su mobilità e Core Stability

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Postato da Luca Tasselli

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Laureato in Scienze motorie è specializzato in tecniche dello sport. Co-founder di T.B. Training, studio professionale che lavora nell’ambito del movimento e della salute, gestendo diverse attività tre le quali Jlab Pistoia e numerose preparazioni fisiche in ambito professionistico e non professionistico

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