La Princeton Offense moderna dei Richmond Spiders. Parte I

La squadra di Coach Chris Mooney gioca una delle pallacanestro più brillanti del college basket, qui analizziamo la sua Motion Offense.
La Princeton Offense moderna dei Richmond Spiders. Parte I

La University of Richmond è un piccolo college che contende a Virginia Commonwealth University (VCU) il primato cittadino nell'omonima capitale della Virginia e da ormai qualche anno compete per i vertici della Atlantic 10

Prima di questa stagione, gli Spiders avevano partecipato al torneo NCAA solo in 9 occasioni ed il punto più alto della loro storia lo raggiunsero sotto l'egidia di coach Dick Tarrant negli anni 80: come recita Wikipedia in quegli anni si guadagnarono l’appellativo di “Killer di Giganti” per le vittorie al torneo contro la Auburn di Charles Barkley nel 1984, eliminando i campioni in carica di Indiana nel 1988 e battendo la seed #2 Syracuse nel 1991, prima squadra a riuscire in una tale impresa nella storia del college basket. L’ultima volta che avevano partecipato al torneo NCAA fu nel 2011, anno in cui vinsero la conference qualificandosi di diritto al Torneo, proprio come accaduto quest’anno.

L’artefice del successo di Richmond è senza ombra di dubbio Chris Mooney, da 17 anni sulla panchina degli Spiders, l’allenatore più vincente dell’ateneo e il secondo da più tempo sulla stessa panchina nella Atlantic 10 dietro Bob McKillop, un’istituzione del College Basket, 33 anni di carriera tutti spesi a Davidson dove è stato tra l’altro mentore di Steph Curry. 

Sotto le direttive di Mooney gli Spiders giocano quella che diversi addetti ai lavori hanno definito come una “Moderna Princeton Offense”. Mooney stesso è stato un ex stella dei Tigers sul finire degli anni 80, giocando per il leggendario Pete Carrill, l’inventore dell’attacco che porta il nome dell’ateneo della Ivy League.

Nella prima parte di questo percorso diviso in due episodi, andiamo ad analizzare la Motion Offense di stampo Princeton Offense dei Richmond Spiders.

La Motion Offense

La Motion Offense di Richmond, come detto, prende i concetti cardine della Princeton Offense (gioco e letture senza palla, movimento di palla e di giocatori, tagli ecc...) e li ridefinisce in un contesto di collaborazioni e spaziature moderne (rub action, handback, attenzioni all'1c1 con palla in penetra e scarica, scelte di tiro ecc...). 

Ci sono tre set-up iniziali tipici della Princeton Offense con cui gli Spiders generano il loro gioco. Per distinguerle le chiamaremo “Series” in quanto ognuna di esse ha un proprio svolgimento e sono: 

  • Le “Point Series” (Frame 1). 3 esterni alti, 1 ala in angolo opposta al post, 1 post alto sul lato debole.
  • Le “Post Series” (Frame 2). 2 guardie alte, 2 laterali, 1 post basso (preferibilmente sul lato forte).
  • Le “Open Series” (Frame 3). Un moderno 5 fuori.

Le “Series” vengono innescate in modo diretto - ovvero disponendosi direttamente in uno dei tre set-up iniziali - o in modo indiretto, muovendo i giocatori come pedine sullo scacchiere per ricreare dinamicamente uno dei tre allineamenti. Nel secondo caso ad esempio, si entra in una delle tre "series" con un ribaltamento di lato muovendo i quattro giocatori perimetrali (Frame 4): 1 decide di ribaltare direttamente per 2 oppure gioca consegnato con 4, 2 blocca per 3 e 4 ribalta.

Gli Spiders sono molto bravi a ricreare costantemente e instancabilmente uno o più dei dei tre set-up anche all’interno della stessa azione, ovvero passare da una “series” all’altra in modo fluido e continuo, senza “resettare” e sono ancora più bravi a restare nei principi e nei meccanismi dei Motion Offense anche a giochi rotti.


Le “Point Series”

Sono la soluzione di riferimento di Richmond e si attivano quando 5 dal post basso sale in post alto usando il velo di 4 (Rub Action) per ricevere al gomito (Frame 5). Le Point Series, come abbiamo già visto qui e qui, si concentrano su tre collaborazioni principali: “over”, “under” e “away” in base a cosa fa il giocatore che passa la palla in post alto (Frame 6). Quando l’attacco non trova vantaggi e ogni altra opzione è negata, Richmond di default si rifugia nelle Point Series.


Le “Post Series”

Iniziano quando 5 cerca la ricezione in post basso anzichè alzarsi al gomito alto della zona. L'obiettivo diventa quello di provare a mandare la palla dentro a 5 (Frame 7). Con palla dentro, si giocano collaborazioni semplici (tagli a canestro e rimpiazzi) o complesse (split action, blocchi di contenimento, a scendere o in allontanamento) basate su lettura della difesa (Frame 8). Se la palla non arriva in post o esce dal post, 5 si alza al gomito alto per giocare le Point Series.


Le “Open Series”

Particolarmente cavalcate in fase di transizione, quando 5 arriva a rimorchio dietro la palla, oppure anzichè cercare ricezione in post basso o post alto, esce fuori dai tre punti (Frame 9). Con palla in punta a 5, la prima opzione è giocare a due con il passatore (Frame 10), in spazi larghi e con l’area libera (da qui il nome “open”) per un semplice ma efficace dai e vai diretto (taglio davanti) o indiretto (backdoor). Altrimenti viene chiamato in causa il giocatore in angolo lato forte che sprinta verso la palla per essere lui a duettare con 5. La seconda opzione si innesca nel momento in cui 5 su ricezione, anzichè giocare sul lato forte, cambia lato per giocare sul lato debole (Frame 11), lo stesso tipo di collaborazione appena esposta.

Fine della prima parte. Continua qui.

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Postato da David Breschi

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Graphic & WebDesigner.
Allenatore di base.
Scrive di NBA per @lUltimoUomo.
Will Ferrell & John Belushi lover.