Costruzione di un sistema difensivo pensante

Allenare l’adattamento dei nostri giocatori e la loro capacità di lettura per renderli sempre più autonomi nelle scelte.
Costruzione di un sistema difensivo pensante

Il giocatore pensante ormai è un dogma della pallacanestro, tutti ne siamo consapevoli, ne siamo convinti ma poi nell’applicazione pratica... pecchiamo.

Quando e dove?

Lo facciamo non solo quando schematizziamo i movimenti dei nostri giocatori, togliendo loro autonomia e possibilità di collaborare leggendo. Siamo “colpevoli” anche quando incaselliamo alcune letture e alcuni fondamentali in precise situazioni di gioco in cui un qualsiasi talento non può risolvere il problema posto dal gioco con l'uso delle proprie abilità tecniche.

C’è una situazione di gioco in cui, noi allenatori, diventiamo, purtroppo, ancora più prescrittivi: in DIFESA.

Se ci pensiamo bene, già dal minibasket, in attacco lasciamo i giocatori liberi di giocare ma in difesa siamo subito pronti a dire "tu marchi questo, tu il 22"… cercando anche di accoppiare le varie tipologie di bambini. Qualche volta dura più la routine delle marcature a inizio quarto che il quarto stesso!

Più andiamo avanti e più continuiamo a farlo, in attacco lasciamo che i nostri giocatori prendano iniziativa, ma in difesa le cose cambiano, interveniamo noi come allenatori.

Se il processo è creare giocatori pensanti lo vogliamo fare solo in attacco? La risposta è semplice e scontata ed è no!

Quali sono le soluzioni?

Una potrebbe essere quella di smettere di dare le marcature: facciamo che i giocatori si smazzino questo compito da soli, che poi è la stessa cosa che facciamo quando andiamo al campino o giochiamo 3 contro 3. Come allenatori/istruttori però vogliamo “forzare” l’adattamento dei nostri giocatori, la loro capacità di lettura, quindi non solo non dobbiamo dare le marcature ma dobbiamo incentivare tutti a marcare tutti, al di là dell’aspetto fisico, del ruolo o della personalità di ognuno.

Come farlo? Nelle situazioni di palla viva, chiediamo di marcare il più vicino; in quelle di palla morta chiediamo di marcare ogni volta un giocatore diverso (perché i ragazzi sono intelligenti e nelle pause concesse dalla palla morta andranno sempre ad aggiustarsi nella situazione più comoda).

Chiediamo ai giocatori di rispettare il posizionamento e controllare sempre le tre linee della difesa (palla, penetrazione, passaggio) con l’idea che il pericolo numero uno è il giocatore con palla, il pericolo numero due quello più vicino a canestro e poi, poi ci si “arrangia".

Sono convinto che dovremmo allenare prima la capacità di arrangiarsi e di risolvere un problema, perchè potremmo essere 5c5, sottonumero o in sovrannumero; se abbiamo insegnato ai nostri giocatori a utilizzare il fondamentale tattico del guardare sapranno usarlo anche in difesa e di sicuro non avranno difficoltà a contare velocemente fino a 5 ed in questo modo alleneremo senza troppo sforzo anche un altro fondamentale tattico, quello del parlare.

Risolviamo alla base il problema degli aiuti, delle rotazioni difensive e delle difese a zona, questo giocatore è mio, tuo o di un altro; il processo mentale deve essere diverso e deve essere "questo giocatore ha la maglia diversa dalla mia"

Ogni buon attacco, contro uomo o zona o in transizione, cercherà di creare un vantaggio, una situazione di sovrannumero che metta in difficoltà la difesa; compito della difesa sarà quello di reagire e risolvere, se poi la difesa avrà l’abilità e la forza di indurre l’attacco a subire la sua iniziativa allora tanto meglio.

Quindi quali sono i primi passaggi per costruire un sistema difensivo?

Allenare i fondamentali difensivi sulla palla, dove stare, come stare, come mettere le mani e come muovere i piedi ecc... Per esempio io sono dell’idea che i piedi in difesa sulla palla si debbano incrociare soprattutto sul primo scivolamento difensivo.

Insegnare che in difesa, sia sulla palla che senza, possiamo avere un atteggiamento aggressivo o di contenimento; questi sono particolari che dobbiamo allenare, con esercitazioni specifiche, perché quando il mio giocatore si troverà a difendere uno più rapido, uno più alto, uno più forte dovrà avere tutti gli strumenti per poterlo contrastare o sopraffare.

Con questi semplici accorgimenti abituiamo i nostri giocatori a pensare e a risolvere i problemi anche in difesa: la speranza è che non avremo più difensori specializzati già a 13 anni, che non avremo quello bravo che non difende, che non avremo più una penetrazione in mezzo all’area con tre o quattro difensori che guardano il compagno. Con questa attitudine di riconoscere le situazioni poi, ad esempio, possiamo allenare ad esempio i raddoppi di lettura "in game" e non dopo canestro realizzato o dopo un tiro libero.

Con questi semplici accorgimenti avremo difensori più furbi che faranno una finta di aiuto dal lato forte o che aiuteranno su una penetrazione dalla punta anziché dall’angolo… questo creerà, allenamento dopo allenamento, per forza anche una migliore capacità di adattamento del nostro attacco che probabilmente e sicuramente crescerà di pari livello.

Poi se vogliamo a fare muro/fondo/centro oppure difendere guardia chiusa o guardia aperta, ognuno potrà farlo ma a mio avviso è il punto di osservazione della nostra idea di difesa che deve cambiare.

Le mie sono idee, non soluzioni, non una serie di esercizi, perché è dallo scambio di idee che possiamo pensare e diventare anche noi allenatori pensanti.

 

 

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Postato da Tommaso Paoletti

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Inizia ad allenare all'età di 16 anni, e a 27 anni è Allenatore Nazionale. A 30 inizia il percorso da formatore e ha tenuto più di 10 corsi. Spesso è stato chiamato a parlare nei clinic cercando di portare sempre argomenti inusuali o ricercati. Le esperienze vanno dal minibasket ai senior sia maschile (fino alla C1) che femminile (A2), allenando tutte le categorie giovanili. Con il RTT della Toscana dal 2012 al 2016 ha fatto diverse esperienze con le nazionali giovanili come assistente con la grande soddisfazione di aver partecipato ai giochi olimpici giovanili che si sono svolti in Ungheria nel 2016.