Collaborazioni difensive: tecnica e tattica all'interno di un sistema coerente.

Idee di lavoro e didattica per un gruppo under 18.
Collaborazioni difensive: tecnica e tattica all'interno di un sistema coerente.

Ho sempre creduto che la difesa non fosse solo sacrificio, fatica e sudore, è ovvio che su tali qualità si basano le fondamenta indispensabili su cui costruire un sistema difensivo solido, ma le regole e la tattica intesa come “linea di condotta adottata in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi” sono particolari da sottolineare in modo determinante.

Entrambi gli aspetti sono complessi e facce della stessa medaglia, troppo spesso però sentiamo dire che è impossibile o quantomeno estremamente difficile convincere un atleta a difendere se di base non è portato al sacrificio ed alla fatica, è chiaro che ognuno ha le proprie caratteristiche ma l’aspetto mentale si può allenare, per questo per costruire un sistema difensivo è necessario allenare l’aspetto TECNICO, TATTICO, FISICO e MENTALE.

Come allenare l’aspetto tecnico, tattico e fisico è sicuramente di nostra conoscenza e sono certo che tutti lavorano secondo la propria coerenza, ma non bisogna dimenticare che l’allenatore-istruttore è anche e soprattutto un motivatore ed uno “psicologo”. I giocatori non sono “burattini” da teleguidare ma persone. Il nostro compito è aiutare a formare (non a costruire: il termine costruire mette il giocatore come soggetto passivo dell’apprendimento) atleti responsabili ed autonomi. Come facilitare questo processo? La risposta è la comunicazione (la stessa che come vedremo risulterà fondamentale nelle collaborazioni): parlare, spiegare ma soprattutto ascoltare, perchè spesso sentiamo ma non ascoltiamo, questo è un aspetto fondamentale nel nostro lavoro di allenatori-formatori.

OBIETTIVI DELLA NOSTRA DIFESA

Il primo obiettivo della nostra difesa sulla palla è aggredire l’attacco. Non vogliamo una difesa passiva che aspetta l’avversario: la regola è mezzo braccio di distanza dalla palla, chi difende la palla non deve permettere penetrazioni dentro i “gomiti” e dentro gli “angoli” dell’area (diagramma 1) e deve tenere almeno 2 palleggi.

Per dare maggior convinzione e sicurezza a chi pressa il palleggiatore, scegliamo in coerenza che ad un passaggio di distanza la difesa non deve essere completamente chiusa ma aperta, con i piedi di poco sfalsati e con un passo sotto la linea di passaggio avendo l’obiettivo di fare stunt per rendere incerta la possibile ricezione (piedi attivi), ma soprattutto pronto ad eseguire una finta d’aiuto nel caso ce ne fosse la necessità (diagramma 2).

La visione del palleggiatore difendendo in questo modo cambia in modo netto, nel caso di una difesa chiusa lo spazio di fronte a lui per un’eventuale penetrazione si allarga, mentre con una difesa più aperta diminuisce.

Quando la palla si trova in posizione laterale (prolungamento del tiro libero) vogliamo tenerla su un lato con la schiena parallela alla linea laterale, così come sui close out (diagramma3) dove usciamo con l’idea di negare il centro, le uniche due situazioni invece in cui anticipiamo chiuso l’uomo senza palla sono in primis quando la palla si trova in ala e non vogliamo che torni sul centro (l’uomo in punta va anticipato forte), in modo da trovarci così con il difensore dell’ala che nega il centro, il difensore dell’angolo aperto e quello in punta chiuso (diagramma4).

L’altra situazione in cui anticipiamo chiuso è quando la palla si trova in angolo, in questo caso decidiamo di anticipare forte l’uomo in ala perchè vogliamo che la palla resti bassa con l’aiuto della linea di fondo, il difensore della palla difenderà a A MURO SULLA SPALLA ESTERNA anche qui negando il centro (diagramma 5).

In una categoria come l’under 18 dove alcuni elementi fanno già parte della prima squadra il sistema difensivo deve accompagnare i ragazzi verso il mondo senior con regole precise in ogni situazione, IN DIFESA NESSUN ALIBI.  È importante ricordare però che la miglior difesa è quella “responsabile” che non va sistematicamente incontro ad aiuti e rotazioni.

LA FINTA D’AIUTO

  • Serve a creare dubbi ed incertezze all’avversario
  • Deve essere mantenuta responsabilità individuale

TECNICA DELLA FINTA D’AIUTO

  • Visione periferica: vedere uomo e palla
  • Posizione in guardia aperta: piedi di poco sfalsati
  • Lettura spazio-temporale: quando farlo e quando no
  • Prestare un piede ed una mano e TORNARE subito (diagramma 6-7)
  • In alcuni casi può essere fondamentale l’aiuto di un terzo compagno che se necessario effettuerà una seconda finta d’aiuto (diagramma 9)

ESERCIZI SULLA FINTA D’AIUTO CON ESEMPI DI COLLABORAZIONE PUNTA-ALA E ALA-ANGOLO

Nel primo esercizio (diagramma 8) l’appoggio penetra a canestro allenando il movimento del difensore in ala che dovrà prestare una mano ed un piede e tornare, alla terza ripetizione (l’appoggio penetra e torna sui tre punti ogni volta e ripete per tre volte) l’appoggio passa lob in ala e si gioca 1c1 con la regola di non prendere penetrazioni centrali.

Nell’esempio nel diagramma 9 invece possiamo vedere come tramite l’autopassaggio l’attaccante in ala si porta in posizione di punta con il difensore che tocca il gomito e recupera. Chi difende sul giocatore in ala dovrà volare con la palla e posizionarsi aperto pronto, se necessario, ad effettuare una finta d’aiuto.

Nel terzo esercizio (diagramma 10) l’obiettivo è quello di lavorare sulla finta d’aiuto effettuata dal difensore in ala con palla in centro. L’attaccante ed il difensore partono a cavallo della linea di pallavolo con il coach a fianco. Il difensore ha la palla e quando la passa all’allenatore sprinta dietro a toccare il gomito opposto all’ala occupata dal compagno. Nello stesso momento l’attaccante corre a toccare la linea di metà campo e si gira ricevendo la palla dal coach (che gestisce i tempi del passaggio). A seconda della rapidità dei due si creerà un vantaggio minimo da poter essere contenuto direttamente nell’uno contro uno con al massimo un’eventuale finta d’aiuto del compagno in ala (il difensore in ala sta un passo sotto la linea di passaggio in posizione aperta).

NB. non avendo eventuali aiuti l’attaccante in ala durante la finta d’aiuto non può tagliare.

Nel quarto esercizio (diagramma 11) invece lavoriamo sulla finta d’aiuto effettuata dal difensore d’angolo. La palla è in mano al difensore posizionato in post basso che la rotola verso il suo compagno posizionato sul gomito (appena passata la palla corre in difesa sul giocatore in angolo) che a sua volta la fa rotolare in direzione dell’attaccante in ala (obiettivo dell’attacco è penetrare dentro gli angoli dell’area). La difesa non deve concedere penetrazioni sul centro, forte anche dello spazio fisico ingombrato dal difensore d’angolo (due passi sotto la linea di passaggio e posizione aperta) che potrà in eventualità effettuare una finta d’aiuto (non avendo eventuali aiuti l’attaccante dell’angolo durante la finta d’aiuto non può tagliare).

AIUTO E RECUPERO

PUNTI DI EVIDENZA

  • TEMPO E SPAZIO: muoversi al primo palleggio di vantaggio dell’attaccante coprendo rapidamente lo spazio
  • I difensori sul lato debole scalano in diagonale (vedi progressione): si recupera sul proprio uomo
  • La differenza rispetto ad aiuto e rotazione è lo spazio da coprire (minore è lo spazio più facile è il recupero) ed il tempo (ovvero di quanto è battuto il difensore sulla palla).

TECNICA DI RECUPERO

  • Corsa per mangiare velocemente spazio e a mano a mano che il difensore si avvicina passi brevi e rapidi con mano INTERNA alta a contestare il tiro (a destra la sinistra e viceversa).
  • Sul centro cercare invece di arrivare il più possibile FLAT con la mano attiva sulla mano di tiro dell’attaccante.

COMUNICAZIONE

  • Parla il difensore battuto “AIUTO” (se recupera grida “CI SONO”)
  • Il difensore in area dà sicurezza ai compagni e fa sentire che è presente parlando: “AREA-AREA

PROGRESSIONE DIDATTICA AIUTO E RECUPERO

2c2+C

Una coppia in ala ed una in post basso lato debole. Il coach è in ala sul lato opposto alla palla. Il difensore del palleggiatore parte battuto ma APERTO in modo da avere la chance di poter recuperare (si può partire anche sul lato della mano debole dell’attaccante per fare in modo inizialmente di facilitare il recupero). Quando l’attaccante parte il suo difensore grida “AIUTO” mentre il compagno sul post basso lato debole grida “AREA” e comincia a mangiare spazio pronto a portare l’aiuto idealmente al limite dell’area. Quest’ultimo non aiuta con le braccia alte a priori ma tenendo di conto che vogliamo l’aiuto al limite dell’area gli chiediamo di mettere le mani sulla palla in modo attivo ed alzarle al momento dell’eventuale tiro.

È importante che l’attaccante attacchi con l’idea di segnare, altrimenti l’esercizio diventa prevedibile così come il difensore in area che deve tenere sempre sotto controllo il suo uomo in angolo e non guardare solo la palla (classici errori che si verificano per pigrizia durante l’esercizio). Se il palleggiatore non arriva al ferro per segnare (ricordiamo che se il difensore della palla recupera grida “ci sono”) scarica al coach in ala. Questo passaggio dà il tempo e la possibilità di allenare il recupero.

Inizialmente chiediamo all’attaccante di post basso di giocare in modo statico sulla tacca (il difensore deve recuperare tre quarti fondo, con il braccio verso la palla, davanti all’attaccante) successivamente daremo la possibilità all’attaccante di post basso di uscire in mezzo angolo (no 3 punti! troppo spazio rende difficile il recupero e favorisce l’ingresso del regime di “AIUTO E ROTAZIONE”) o di giocare DUCK-IN dentro l’area (diagramma 12-13).

3C3 + C

Rispetto all’esercizio precedente aggiungiamo una coppia in ala opposta dove era il coach che viene spostato in punta. Penetrazione con passaggio obbligato all’appoggio: adesso sarà importante il lavoro del difensore in ala sul lato debole che deve scalare in diagonale sul post basso (diagramma 14).

4c4 + C

Aggiungiamo coppia in angolo lato forte, il difensore è aperto due passi sotto la linea di passaggio pronto a fintare l’aiuto, diagramma 15 (N.B. con penetrazione diretta al ferro non esiste finta d’aiuto, per questo è fondamentale il lavoro del difensore sulla palla che non deve essere completamente battuto e deve provare a recuperare, diagramma 15).

AIUTO E ROTAZIONE

Si parla di aiuto e rotazione quando la penetrazione è indirizzata al ferro e/o quando gli spazi da coprire sono ampi.

COMUNICAZIONE

  • Parla il difensore battuto “AIUTO
  • Il difensore in area dà sicurezza e fa sentire che è presente parlando “AREA-AREA
  • Parlare sulla rotazione “ESCO

PUNTI DI EVIDENZA

  • Il difensore battuto deve ruotare solo a palla ferma stringendo lo spazio
  • Uscire sull’uomo più vicino
  • Coprire gli spazi con intensità (Lavoro con preparatore)

PROGRESSIONE DIDATTICA AIUTO E ROTAZIONE

2C2 + C - RUOTARE SULL’ANGOLO

Coppia attacco-difesa in ala, il coach si trova dietro l’attaccante e quando porge la mano lateralmente il difensore dovrà sbilanciarsi per toccarla e subito recuperare (mettiamo il coach dietro la coppia perchè potrà, in base al posizionamento della mano, decidere lo spazio del recupero). Altra coppia attacco-difesa in angolo lato debole, l’assistente o un appoggio si posiziona in ala lato debole. L’attaccante attacca il ferro, il difensore battuto corre per stringere lo spazio e nel momento in cui la palla si ferma o viene passata (obbligatoriamente in ala all’appoggio) ruota sull’uomo in angolo (diagramma 16).

2c2 + C – RUOTARE SULL’ALA

Come nell’esercizio precedente abbiamo una coppia attacco-difesa in ala, inseriamo un difensore in area (difende come riferimento sul coach in angolo) ed un attaccante in ala lato debole. L’attaccante attacca il ferro, il difensore battuto corre per stringere lo spazio e nel momento in cui la palla si ferma o viene passata (obbligatoriamente in angolo al coach) ruota sull’uomo in punta (diagramma 17).

3c3 + C -  ROTAZIONE A TRE

Rispetto all’esercizio precedente avremo coppia in angolo e in ala. Penetrazione e rotazione a tre come da diagramma. Se la palla viene passata in ala il difensore dell’attaccante che ha penetrato ruota in angolo, se invece il passaggio arriva in angolo l’uscita sarà in ala (diagramma 18-19).

4c4 ROTAZIONE + FINTA D’AIUTO

Aggiungiamo una coppia in angolo lato forte. Il difensore non aiuta, può eseguire al massimo finta d’aiuto (diagramma 20).

5c5 INSERENDO IL POST

Nel 5c5 inseriamo una coppia in post basso lato debole, anche in questo caso si ruota rispetto all’uscita della palla. (diagrammi 21-22). Mi piace utilizzare gare con punteggi particolari durante l’allenamento: recupero in difesa 2 punti ne è un esempio, così come il rimbalzo offensivo regala 2 punti all’attacco, tutto cio’ per enfatizzare al massimo l’agonismo, in questo modo ho riscontrato che anche per chi di indole non è un grande difensore può essere utile ad entrare a pieno diritto nel sistema. Oppure utilizzo attacchi e difese alternati con semplici regole, ad esempio se lavoriamo a metà campo mettiamo 2 recuperi consecutivi per attaccare.

Nei diagrammi che seguono potete notare che se la palla esce in ala X1 ruoterà su 3 in angolo, X3 su 5 in post basso, X5 prenderà in consegna 1 e X2 tornerà su 2. Nel caso in cui la palla arrivi in angolo invece avremo X1 su 2 in ala, X3 su 5 in post basso, X5 prenderà in consegna 1 e X2 andrà in difesa su 3 in angolo.

NB. Nel diagramma 21 con palla in ala teniamo sempre X3 (giocatore più fisico) contro il post basso e ruotiamo nell’angolo con X1.

CONCLUSIONI

Questo sistema difensivo che si avvicina a quello di una prima squadra deve essere il frutto di un percorso formativo svolto precedentemente dove nelle prime fasce di età avremo enfatizzato la responsabilità difensiva per poi arrivare al corretto posizionamento lontano dalla palla, sul lato debole fino alle collaborazioni appena viste e successivamente alla difesa sui blocchi lontano dalla palla e sui blocchi sulla palla.

(N.B. il fatto di tenere la palla su un lato porterà ad utilizzare la difesa fondo come scelta base contro il pick and roll laterale, utilizzeremo due difese, la “blu” contro i lunghi non tiratori e la “gialla” contro i lunghi tiratori, magari se ci sarà l’opportunità potremo affrontare queste situazioni in futuro)

Dobbiamo ricordarci che la difesa è senso di appartenenza, quando difendiamo non esiste l’IO ma solo il NOI, per costruire un sistema difensivo però dobbiamo tenere di conto che gli elementi su cui lavorare sono molteplici: la tecnica, la tattica, la preparazione fisica, la predisposizione mentale, il sacrificio, la comunicazione e la collaborazione.

Non dimentichiamo mai che dobbiamo metterci in discussione, ogni giorno, ogni allenamento, se lo facciamo noi lo faranno anche i giocatori. Diamo entusiasmo, energia e rinforzi positivi, ogni tanto (spesso) arrabbiamoci e pretendiamo da loro, ma alla fine sempre una “pacca sul sedere”. Lo spirito della difesa è e deve essere la condivisione e la collaborazione di tutti.

LA COSA PIÙ PERICOLOSA DA FARE È RIMANERE IMMOBILI
William Burroughs

BUON LAVORO!

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Postato da Gabriele Pardini

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Allenatore Nazionale, Istruttore Nazionale Minibasket, FIBA Coach e componente del CNA regionale Toscana.
Esperienza come responsabile di settore giovanile e Minibasket.
In categorie Senior capo allenatore dalla serie C SILVER e GOLD fino alla serie B.